Ciccio Dinapoli e la diavoleria della metropolitana leggera (di Gianni Colistro)

Leggo con stupore la rampogna di uno degli addetti stampa del presidente della Regione Calabria, Ciccio Dinapoli, indirizzata a tutti coloro che si oppongono alla realizzazione della metropolitana leggera su viale Giacomo Mancini.

Egli fa un discorso politico senza senso.”Chi si oppone a quest’opera – scrive – non ama la Calabria e Cosenza”. Cosa centri la Calabria non riesco a capirlo per cui non posso rispondere.

Per quel che concerne Cosenza la risposta è molto semplice. La metropolitana leggera distruggerebbe l’unica zona verde rimasta e sarebbe di utilità solo a Rende. La bellissima strada voluta da Giacomo Mancini, e distrutta dai suoi successori, con il tocco finale di Occhiuto che l’ha ridotta a mulattiera, nasce come arteria veloce per dare la possibilità ai cosentini di entrare o uscire dalla città con una certa celerità.  Mentre quello splendido spartitraffico abbastanza comodo sarebbe servito ai cosentini, per come sta accadendo, di poterne usufruire come luogo di passeggiate, come svago per i bambini e per chi ama la corsa, o per chi vuol sedersi sulle panchine.

Con la costruzione di quella diavoleria si ordinerebbe al popolo cosentino di starsene a casa o trasferirsi in altro loco. Ma l’egregio addetto stampa di Mario OIiverio è costretto a scrivere quello che gli dice il suo datore di lavoro, e non può fare altro. Non è un uomo libero.

Non può scrivere ciò che pensa. Ma bensì quello che pensano gli altri e nella fattispecie Mario Oliverio. Sostengo con forza che invece di sprecar danaro in un lavoro inutile e senza senso, contro il quale mi sono sempre battuto, gliele dico io, egregio signor Dinapoli, quali sono le opere da finanziare e che sarebbero di grande utilità per Cosenza e per una buona fetta del suo hinterland. La metropolitana Cosenza – Paola. I binari sono già bell’è pronti. E il ripristino della vecchia e spettacolare ferrovia Cosenza – Camigliatello- San Giovanni in Fiore.

Ma perché queste opere non si faranno mai? Perché non c’è da lucrar danaro.

Gianni Colistro