Clinica San Bartolo-Misasi, bocciato il concordato dei Morrone. E i soldi dei lavoratori?

Ennio Morrone e la sua famiglia continuano a rendere la vita difficile a quei malcapitati cosentini che lavorano nelle sue cliniche.

Nei giorni scorsi, causa la pesante massa debitoria, il concordato della clinica San Bartolo-Misasi è stato bocciato dal Tribunale di Cosenza.

Ieri la segretaria nazionale dell’Ugl Sanità Daniela Ballico, insieme ad altri componenti della stessa sigla sindacale e insieme al coordinatore della Rsa aziendale Francesco Sconosciuto, hanno incontrato l’amministratore della San Bartolo Nicola Chiarelli.

All’incontro doveva partecipare anche Marco Morrone ma era impegnato in una riunione alla Rsa di mendicino. La Ballico e Nicola Chiarelli hanno discusso di come sono andate le cose nell’arco dell’anno e da questo confronto è venuto fuori che la clinica non ha mai pagato puntualmente gli stipendi, come da accordi presi con la Ballico.

Daniela Ballico
Daniela Ballico

Ma la cosa ancora più grave è che la Rsa aziendale, avendo firmato a dicembre da sola il contratto che era stato proposto a marzo del 2014 (e che la stessa Ballico aveva firmato), aveva ricevuto ampie assicurazioni dall’amministratore che la Ballico era a conoscenza della firma di questo contratto.

L’anomalia sta che la Ballico ha clamorosamente smentito davanti all’amministratore di essere a conoscenza di tutto questo. Prova ne è che ha richiesto copia del contratto riservandosi di farlo controllare ai suoi tecnici di fiducia. In più, Chiarelli ha riferito alla Ballico che avrebbe licenziato molto personale se non fosse andato in porto il contratto di prossimità.

A questo punto la domanda che ci si pone è spontanea, come diceva Lubrano.

Poiché la segreteria nazionale dell’Ugl non ha firmato il contratto, il nuovo concordato che la casa di cura si appresta a proporre, sarà presentato con o senza il contratto firmato dall’Ugl?

Ennio Morrone
Ennio Morrone

Considerato che il “tesoretto” della clinica, per come è stato sempre detto da Chiarelli, sarebbe servito per pagare gli stipendi ma che, nei fatti, gli emolumenti dei lavoratori vengono saldati con i mandati che arrivano dall’ASP di Cosenza, a che cosa sono serviti i sacrifici fatti dai lavoratori?

Forse Ennio Morrone e i suoi prodi con i soldi del “tesoretto” pagano i dipendenti della cooperativa Sant’Anna?

Il sospetto, a quanto pare, non è per niente campato in aria perché la cooperativa Sant’Anna continua ad assumere personale all’interno della struttura in barba ad ogni più elementare logica di opportunità. Ma alla famiglia Morrone, purtroppo, è consentito questo ed altro fino a quando qualcuno non si sveglierà dal profondo letargo dell’ingiustizia che impera sovrana nella città di Cosenza.