Comitato Bucita: “Fermate la Regione e abolite l’Ato Cosenza”

“Il nostro Comitato popolare, tra vittorie e sconfitte, studio e lotte, ormai ha più di 15 anni, ed in questo tempo di tentativi miseri di fare confusione ne abbiamo visti tanti: tutti si sono rivelati complici di chi ha ripetutamente devastato la nostra terra.

Pertanto chiariamo definitivamente quale è la situazione attuale. La Regione Calabria, ed in particolare il Dipartimento Ambiente, durante le festività ha fatto pervenire ai comuni una nota in cui si identifica l’impianto di Bucita come disponibile per il trattamento dei rifiuti di tutta la provincia di Cosenza, dal 1 Gennaio 2019 fino al 2039. Ciò significa che ogni qual volta si verificherà una emergenza di qualsiasi tipo, sarà la città di Corigliano-Rossano, ovvero l’unica che negli anni ha ospitato un impianto pubblico, a farne le spese. Si tratta di un atto grave, l’ennesimo, che deve essere semplicemente ritirato. Il resto sono chiacchiere”.
Lo si apprende da un comunicato diffuso dal Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio.

“Per quanto riguarda la capacità nominale dell’Impianto, è noto come nel corso di ogni emergenza il Dipartimento Ambiente agisca in deroga a tali disposizioni, sovraccaricando gli impianti disponibili, tipicamente Bucita, Crotone e Sambatello. Per cui si tratta di un altro dato inutile che serve solo a fare confusione.

Per quanto riguarda le linee guida del Piano Rifiuti Regionali, citate da qualcuno evidentemente già caduto in confusione, queste non sono state mai realmente applicate, fra le altre cose, proprio per l’assenza di disponibilità di altri impianti pubblici oltre a quello di Bucita, e per questo – dal giorno della loro approvazione – si amministra il settore sistematicamente in deroga. Un altro dato inutile.

In sintesi: il Dipartimento Ambiente deve ritirare la nota di cui stiamo parlando con un’altra nota formale in cui chiarisce che l’impianto di trattamento di Bucita è disponibile, da oggi fino al 2039, solo per i comuni del comprensorio per il quale è stato progettato, analizzato ed approvato nelle sedi opportune. Secondariamente il già famigerato ATO Cosenza del Sindaco di Rende, sperando che venga abolito presto da una legge di riordino decente per la quale ci appelliamo al Consiglio Regionale, ritiri le proprie illegittime pretese (messe persino nero su bianco con la collaborazione di qualche burocrate e qualche azienda privata) di trasformazione della fascia ionica nella piattaforma di trattamento e smaltimento di rifiuti della Provincia.

Senza questi semplici atti a partire da metà gennaio il Comitato in Difesa di Bucita – chiamando a raccolta associazioni di categoria, sindacati, associazioni, istituzioni e comunità – darà vita alla mobilitazione che, esattamente come in passato, non si fermerà fin quando non saranno tutelate la salute, l’economia e la dignità del nostro territorio”.