Comune di Crotone, 5 indagati: la Finanza cercava un permesso di costruire rilasciato su un’area già sequestrata

Sono cinque le persone che il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Pasquale Festa ha iscritto sul registro degli indagati ipotizzando a loro carico il reato di abuso d’ufficio. Si tratta, infatti, di dirigenti, funzionari e tecnici del settore Urbanistica del Comune di Crotone nei cui uffici questa mattina la Guardia di finanza del comando provinciale ha eseguito una serie di perquisizioni, procedendo inoltre al sequestro dei loro telefoni cellulari e personal computer. Le Fiamme Gialle, nella fattispecie, erano alla ricerca di un permesso di costruire in sanatoria che gli uffici dell’Urbanistica avrebbero rilasciato in questi ultimi giorni al proprietario di un’area. Insomma un condono edilizio, relativo ad un terreno in località Margherita sul quale un imprenditore crotonese si apprestava a edificare una decina di villette, previo sbancamento dell’area. Salvo che quello sbancamento venne fermato lo scorso 17 febbraio con un blitz del finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone i quali accertarono che lo sbancamento non era stato affatto autorizzato ma soprattutto che non esisteva alcun titolo edilizio legittimamente rilasciato dal Comune per la costruzione di quelle dieci villette. Ragione per cui sia il proprietario del terreno che il titolare della ditta che stava eseguendo lo sbancamento vennero deferiti all’autorità giudiziaria per lottizzazione abusiva e l’intera area sottoposta a sequestro.

Senonché lo scorso 26 maggio i finanzieri avrebbero appreso – ma non è chiaro da quale fonte – che sulla stessa area di Margherita il Comune aveva “rilasciato un permesso di costruire in sanatoria per opere diverse rispetto a quelle originariamente progettate”. Da qui il blitz scattato nella mattinata di venerdì negli uffici dell’Urbanistica e contestualmente anche nelle abitazioni e negli uffici del proprietario dell’area e del titolare della ditta esecutrice dello sbancamento nonché di progettisti esterni che stavano seguendo la pratica. L’ipotesi accusatoria, insomma, è che dopo il fermo dei lavori e il sequestro dell’area, il proprietario, d’intesa con il personale dell’Urbanistica, stesse tentando di ottenere una sanatoria per procedere ugualmente alla lottizzazione.

Sta di fatto che nei computer di dirigenti e tecnici comunali, all’esito della perquisizione, il permesso di costruire in sanatoria non è stato rinvenuto. L’unico documento saltato fuori è una Scia (segnalazione certificata di inizio attività) con la quale l’imprenditore aveva chiesto al Comune di poter procedere alla messa in sicurezza dell’area. Dall’ente gli è stato risposto che avrebbe potuto procedere ma solo dietro autorizzazione dell’autorità giudiziaria atteso che l’area è tuttora sotto sequestro. Prosegue, comunque, l’analisi dei documenti acquisiti e dei telefoni cellulari dei cinque comunali indagati. Una indagine complessa che, a quanto pare, è stata avviata già nel 2019. Fonte: Il Crotonese