Consorzio Valle Crati, oggi i Comuni chiedono la testa di Granata: “Non paghiamo i debiti di Cosenza”

Il presidente interdetto

Questa mattina alle 10,30 i Comuni consorziati al Consorzio Valle Crati chiederanno lumi della sua sciagurata attività al presidente (sospeso per una interdizione dai pubblici uffici sanzionatagli perché indagato per corruzione e voto di scambio) Maximiliano Granata.
In particolare, gli chiederanno com’è possibile che i Comuni del Consorzio si ritrovino a dover pagare quasi 5 milioni di debiti prodotti dal Comune di Cosenza negli anni passati e che non possono ricadere sugli altri Comuni.

La linea è chiara e univoca: non si potranno scindere le questioni ovvero annullamento del debito verso i Comuni, modifica dello statuto e sostituzione del presidente e del consiglio d’amministrazione.
I sindaci tutti hanno la possibilità di risolvere questi paradossi ingenerati e regolarizzare la vita futura dell’ente. L’opportunità è data anche a chi si lasciò abbindolare da Granata .

Parole d’ordine: sanare le illegittimità statutaria per tutelare le casse degli enti comunali e dare a Cosenza quel che è di Cosenza, vale a dire… i debiti, anche perché il contenzioso arrivato a giudizio finale nei giorni scorsi è solo il primo in ordine di tempo che arriva al traguardo: ce ne sono altri molto pesanti che non possono essere pagati dagli altri Comuni al posto del Comune di Cosenza.

La strategia di Granata, manovrato da Occhiuto, è chiara: indebitare gli altri Comuni al posto del Comune di Cosenza ma ormai l’hanno capito anche i bambini.

Ma ecco l’appello rivolto ai sindaci in vista della riunione di stamattina.
“… A fronte di servizi resi dalla società Fisia Impianti al Comune di Cosenza, il Consorzio Valle Crati, all’epoca dei fatti stazione appaltante per conto di tutti i Comuni, è stato condannato a pagare in solido il debito maturato di quasi 5 milioni.

Lo statuto vigente, adottato dal Consorzio Valle Crati con delibera assembleare n. 9 del 28 dicembre 2013, tanto discusso quanto illegittimo, è stato impugnato al TAR della Calabria da parte dei Comuni di Castiglione Cosentino, Marano Principato, Lappano, Trenta e Castrolibero ed è ancora in attesa di giudizio, in funzione del quale è stata avanzata la ripartizione di questo disavanzo prodotto pari a 4 milioni 769 mila euro in proporzione alle quote nominali detenute dai consorziati.

Tale statuto non è mai stato approvato da parte dei consigli comunali dei consorziati, così come la legge prescrive.

Ciò detto, è facile comprendere che gli effetti di tali modifiche statutarie non possono estendersi nei confronti dei Comuni che mai le hanno approvate…

Oggi possiamo annullare tali modifiche ripristinando ed approvando le regole statutarie che dal 1992 al 2013 hanno saggiamente e con equilibrio regolato la vita del Consorzio Valle Crati e dei suoi consorziati. La riprova sta nel fatto che il citato statuto prevede all’art. 10 “… l’eventuale disavanzo di gestione in un servizio consortile sarà posto a carico dei consorziati proporzionalmente all’utilizzo del servizio…”.

Nella vertenza Fisia Impianti e anche in altre vertenze debitorie pendenti, che ancora devono produrre i loro effetti, il servizio fu reso solo ed esclusivamente al Comune di Cosenza e, applicando questo giusto ed equilibrato principio, dev’essere ripartito solo fra i Comuni morosi, dunque al Comune di Cosenza…”.