La Gazzetta del Sud ci informa che per Maximiliano Granata il tempo della presidenza del Consorzio Valle Crati sta per finire. E non si tratta soltanto delle sue vicissitudini giudiziarie (è indagato per voto di scambio dalla procura di Cosenza) che gli hanno procurato l’interdizione dai pubblici uffici per un anno.
Venerdì prossimo i sindaci dei Comuni consorziati gli chiederanno lumi sul debito da quasi 5 milioni nei confronti della Fisia (azienda che ha gestito l’impianto negli anni passati), che il Comune di Cosenza ha addossato al Consorzio Valle Crati senza che Granata capisse o quantomeno facesse finta di capire che non era proprio possibile.
Possiamo dire che questa vicenda del maxidebito è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha indotto i sindaci dei Comuni consorziati a rompere gli indugi ed a chiedere la testa di Granata.
Perché e come quell’imbecille di Granata, da presidente del Consorzio Valle Crati quale ancora continua ad essere nonostante una pesante interdizione dai pubblici uffici per voto di scambio, interviene sempre a danno?
Granata – sostengono in maniera sacrosanta i sindaci – avrebbe dovuto interessare immediatamente di questo gran casino nel 2016 l’assemblea consortile, costituita dai Comuni oggi chiamati a pagare. E non l’ha fatto, tutt’altro…
E ancora: perché, con le sue modifiche statutarie, farlocche e illegittime, ha inteso con l’avallo di pochi stolti (sindaci o delegati in assemblea), cambiare le regole per la ripartizione di eventuali debiti e disavanzi prodotti dal Consorzio Valle Crati nell’ erogare i propri servizi?
Oggi, ogni Comune paga i debiti del Consorzio in base alle quote detenute in millesimi e dunque in proporzione alla popolazione. In altri termini, un Comune qualsiasi consorziato all’epoca dei fatti che hanno prodotto il debito, dovrebbe pagare un debito, in quota parre, prodotto per un servizio reso al Comune di Cosenza e mai pagato… E’ veramente assurdo!
Negli anni passati, invece, prima che arrivasse quell’imbroglione di Granata, i Comuni consorziati pagavano solo in proporzione al servizio reso e quindi questo debito di quasi 5 milioni lo avrebbe pagato solo il Comune di Cosenza, come sarebbe stato giusto anche oggi. Se non ci fosse stato l’imbecille che presiede il Consorzio Valle Crati per conto di Occhiuto.
Insomma, il prode Granata ha inteso procedere nel 2016 da solo, senza comunicare nulla ai Comuni consorziati, addirittura verificando se poteva rintracciare le somme presso la Cassa Depositi e Prestiti o altri enti per saldare il debito del Comune di Cosenza, sempre sulle spalle di tutti i Comuni consorziati. Di certo, se gli fosse riuscita la manovra (e per fortuna non gli è riuscita), i Comuni se ne sarebbero accorti solo quando avrebbero dovuto corrispondersi e dividersi le rate mensili di un mutuo. Ma per fortuna nessuno fa credito a un babbeo del genere…
Ed oggi le bugie di Granata emergono in tutta la loro gravità. La Gazzetta del Sud ha ripreso la nostra notizia di ieri ed ha aggiunto che sembra ormai chiara la volontà di cambiare sia il presidente (peraltro già sospeso per i suoi “traffici”!) e sia il consiglio d’amministrazione.