Consorzio Valle Crati, tutti gli affari di Granata il “traffichino”

Maximiliano Granata,e Occhiuto

Ancora una volta la legge vuole proteggere gli spacconi. Torniamo sul caso Valle Crati, ormai è un caso certo.
Il presidente del Consorzio Valle Crati, quello eletto dai sindaci (ma che di fatto non hanno votato né lui, né la trasformazione in Azienda Speciale, se vogliamo raccontarla così), continua, anche se ormai pieno di paure e preoccupazioni per quanto già commesso, a gridare “al lupo al lupo” e nel frattempo, tra una campagna elettorale e l’altra promette assunzioni presso il Consorzio (in quella nuova SRL in house di Pino Munno, il boss indiscusso del palazzo che fu di Principe e ora è di Marcello il pentito).
Non si sa bene come faccia, attraverso quale canale/portale facebook, ma di certo è iniziata la campagna elettorale, quella finalizzata alle promesse d’assunzioni. Con tanto di “cena” fnale…

volpe
Torniamo alle cose serie: tra un colloquio e un altro, commissionato ad un altro faccendiere factotum presso il cantiere Valle Crati, sito in contrada Coda di Volpe, il Granata si sta preoccupando anche di come racimolare qualche soldino, tant’è che sta tentando di fare a pezzi e vendere anche l’ormai ex forno inceneritore.
Non immaginiamo cosa debba fare con tale moneta, ma di certo non vorremmo che vada a finire come la vendita/svendita del rame, proveniente dal rifacimento del vecchio impianto elettrico dello stesso cantiere.
Per essere più chiari, un rame pesato e certificato non si sa da chi (si sa, ma non si può dire, sempre uno stesso faccendiere, che non vorremmo dire già pieno di pensieri e problemi, non diciamo il nome per non dare importanza alla ditta Bruno Ettore), poi viene venduto con un discreto guadagno. Non immaginiamo neppure che possa essere finito tra tutte queste indagini di rame cosentino… vorremmo anche noi vedere i filmati INTERI (tonnellate di rame… vecchio ma che aveva un gran valore!)
E non vorremmo, magari per questo, rivivere un altro scenario simile al precedente, con un cattivo che improvvisamente fa diventare questo soggetto insignificante di Granata vittima…di mafia o estorsioni sol perché ha la moglie che lavora in Tribunale.
Ma oggi, il film sembra stia andando di nuovo in onda. Eh già, perché non si deve sapere che un’altra ditta esterna è stata cacciata dall’impianto. Sì, un’altra ditta di portierato è stata “allontanata” se vogliamo dirla così. E perché mai? Cosa starà per capitare? O cosa avrà visto questa società che NON avrebbe dovuto vedere?

foto-rende-servizi-1Dopo il Nostro articolo in cui si è anticipato uno scenario della triade PONZIO-GRANATA-MUNNO, disgraziatamente si rivive la stessa paura. La SIAS SRL non lavora più all’interno del Cantiere Valle Crati.
Con Granata bisogna fare attenzione a non vedere e non sentire ciò che lo interessa, altrimenti si rischia che “qualcuno” gli fa un attentato e che poi trovi un capro espiatorio cui addossare le colpe e proclamarsi vittima di mafia.
Dimenticavamo, andrà nuovamente in giro con una fantomatica scorta privata, commissionata direttamente da lui, che vorremmo sapere come abbia pagato e se l’ha fatto.
A noi piace essere onesti e ricordiamo a tutti che la definizione di “Mafia” esiste, per pochi e Granata, la mafia, sa benissimo che cos’è e non può usarla solo per i suoi porci comodi con la scusa della moglie (sempre quella) che lavora in Tribunale…