Contro la guerra senza se e senza ma

Contro la guerra senza se e senza ma

La politica dell’equidistanza ha giocato sempre a favore del più forte. La retorica del né con l’aggredito, né con l’aggressore ha sempre facilitato i piani militari dell’aggressore. Lo è stato in Iraq dove da oltre 17 anni gli appetiti imperialisti americani hanno sembrato un paese e destabilizzato un’intera area per accaparrarsi i giacimenti di petrolio; lo è stato il Libia con la “balcanizzazione” del territorio diventato non solo il primo terreno di contrapposizione tra gli interessi americani e quelli europei (con la Francia alla testa dell’operazione militare che ha spodestato Gheddafi), ma anche un’area fortemente instabile lacerata da una guerra intestina tra diverse tribù, che l’UE utilizza come avamposto per evitare che i migranti approdino in Europa, un lager a cielo aperto.

Lo è stato in Ucraina dove NATO, UE, USA non hanno avuto tanti rimorsi a finanziare, addestrare, appoggiare Svoboda e Pravy Sektor, formazioni dichiaratamente naziste in funzione anti russa, smembrando un paese, attuando vere e proprie politiche di pulizia etnica contro le popolazioni russofone, criminalizzando e mettendo fuori legge sindacati e formazioni politiche comuniste e socialiste, sdoganando e riconoscendo i nazisti al governo di Kiev; Lo è stato in Siria dove sulla scia della primavera araba, presunti ribelli finanziati e diretti sempre dalla democrazia “disinteressata” a stelle e strisce ha destabilizzato un intero paese consegnandolo alla recrudescenza dell’ISIS, sostenuto e finanziato più o meno segretamente dalle petro-monarchie saudite e dalla Turchia, tradendo le aspirazioni autonome dei curdi che nella lotta allo stato islamico ne hanno pagato i maggiori costi, legittimando l’intervento turco che in funzione anti curda ha occupato una porzione di territorio nord siriano.

Ed in ultimo, ma solo temporalmente, l’Iran, da sempre nelle mire americane. La retorica dell’equidistanza dunque, ha sempre e solo giocato a favore dei piani guerrafondai degli aggressori e ha smorzato ed indebolito il movimento contro la guerra schiacciato nel tritacarne del né/né.

Dopo l’omicidio ordinato dalla Casa Bianca del generale Soleimani, eroe di Stato nella lotta contro Daesh, uno dei maggiori esponenti nell’establishment di Teheran, non è tardata la risposta iraniana. Questa notte sono stati lanciati razzi contro le basi americane di al-Asad ed Erbil in Iraq. Trump nella sua megalomania ha già affermato, prima ancora della risposta iraniana, di essere intenzionato a colpire il patrimonio archeologico di Teheran. L’ Iran ha ribadito che l’operazione si ferma qui ma in caso di attacchi contro il proprio territorio non esiterà a bombardare Dubai e Israele.

Senza aspettare di vedere come andranno a delinearsi gli scenari prossimi che sicuramente saranno catastrofici non per le oligarchie che stanno alla guida degli stati ma per le masse popolari e le classi lavoratrici, compiti nostri immediati sono:

Costruire una forte mobilitazione contro la guerra; Fare pressione sul governo italiano perché proceda col ritiro dei soldati italiani dall’Iraq e da tutti gli scenari di guerra; Non farci prendere e fagocitare dalla politica dell’equidistanza; Smascherare gli interessi imperialisti che stanno alla base di queste operazioni; Chiusura di tutte le basi militari USA e NATO dal territorio italiano; Per ultimo ma non per importanza: appoggiare i movimenti popolari e le proteste che in medio oriente, (soprattutto Libano e Iraq), chiedevano la fine del malgoverno e della repressione, in alcuni casi, messa in atto proprio dalle milizie sciite di Soulemani, e che erano riuscite a far cadere i due governi. Queste proteste che ora passano in secondo piano, nei giorni e nei mesi scorsi hanno messo in seria crisi l’establishment e sono costate 600 morti e decine di migliaia di feriti solo in Iraq. Nessuno può ignorare le rivendicazioni che vengono dalle masse popolari mediorientali e che chiedono maggiori diritti e libertà assieme alla fine di ogni ingerenza straniera; Non esistono guerre giuste.

CPOA RIALZO – COSENZA