Corigliano-Rossano alla ribalta nazionale. Il Fatto: “Sindaca decadde a causa dei fratelli e ora si ricandida”

Sindaca decadde a causa dei fratelli e ora si ricandida

Di Lucio Musolino

Fonte: Il Fatto Quotidiano

E se il sindaco di un Comune, già sciolto per mafia, dovesse gestire i beni per milioni di euro confiscati ai fratelli? A quel punto al centrosinistra potrebbe tornare utile la lezione di diritto amministrativo del viceministro Francesco Paolo Sisto che, in merito all’invio della commissione d’accesso al Comune di Bari, ha spiegato: “Gli articoli dal 143 e seguenti del Tuel si occupano esattamente dello scioglimento dei Comuni e della procedura, che ha carattere preventivo: non valuta le responsabilità penali, ma solo se ci sono gli estremi per dire che in questa amministrazione comunale vi è inserimento di criminalità mafiosa”.

Quelle del sottosegretario alla giustizia sono parole da tenere a mente e imparare a memoria perché tra qualche mese rischieranno di essere utilizzate poco più a Sud, a meno di 200 chilometri da Bari, in Calabria, in un Comune che è il primo della Regione in termini di estensione e il terzo per popolazione.

Siamo nel Comune di Corigliano-Rossano, istituito nel 2018 dalla fusione delle due città, dove a giugno si voterà per le amministrative e dove il centrodestra, su indicazione pure del governatore Roberto Occhiuto, ha già scelto il candidato. È la consigliera regionale di Forza Italia Pasqualina Straface, che già nel 2009 era stata eletta sindaca di Corigliano, comune poi sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2011, dopo che i suoi fratelli Franco e Mario Straface erano stati arrestati e sottoposti al 41 bis nell’ambito dell’inchiesta “Santa Tecla”. Il primo è morto all’improvviso durante il processo di primo grado mentre si trovava ai domiciliari, il secondo, invece, ha scontato 8 anni di carcere perché condannato in via definitiva per associazione mafiosa ed estorsione continuata.

“Imprenditori di riferimento della cosca che, per loro tramite, si ingerisce in appalti pubblici e privati”. Così li aveva definiti la Dda di Catanzaro che aveva indagato anche la sorella, l’attuale consigliere regionale e candidata a sindaco Pasqualina Straface che, è giusto chiarire, il Tribunale di Castrovillari nel 2019 ha assolto dall’accusa di concorso esterno con la ‘ndrangheta. Una sentenza, questa, che non è stata appellata dalla Procura generale e pertanto è diventata definitiva, confermando l’estraneità dell’esponente politico locale alle dinamiche criminali in cui erano coinvolti i fratelli.

La vicenda, comunque, nel 2011 portò allo scioglimento del Comune, confermato l’anno dopo dal Tar secondo cui “non solo i fratelli Straface, ma altri esponenti della cosca di Corigliano Calabro, hanno trovato nell’apparato politico-amministrativo del Comune un punto di riferimento”. Nel 2013, lo scioglimento fu ribadito dal Consiglio di Stato in cui si legge di “atti illegittimi e persistentemente irregolari a favore, in modo diretto o indiretto, delle cosche locali”.

Se queste sono le vicende che hanno portato allo scioglimento del Comune, guidato all’epoca dall’ex sindaca Pasqualina Straface, la storia giudiziaria dei suoi fratelli ha visto pure la Dda sequestrare nel 2015 beni per 8 milioni di euro riconducibili Mario e Franco Straface che da “piccoli imprenditori edili privi di apprezzabile consistenza patrimoniale e titolari di redditi limitati” sono diventati in pochi anni i “collettori di un numero importante di appalti pubblici e privati”. Immobili, terreni e aziende che nel 2016 sono stati confiscati in via definitiva dalla Corte d’Appello. Buona parte di questi si trovano a Corigliano e presto saranno assegnati dall’Anbsc (l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) al Comune. Se sarà candidata ed eletta, alla consigliera regionale Pasqualina Straface toccherà il compito di dover gestire gli immobili confiscati ai fratelli Mario e Franco.

Con quest’ultimo, il consigliere regionale ha sempre mantenuto buoni rapporti. In rete, infatti, ci sono fotografie dove l’aspirante sindaco festeggia compleanni recenti con il fratello Mario e la famiglia di lui a cui il Comune nell’ottobre 2022 ha revocato la concessione demaniale marittima per gestire lo storico lido balneare, ristorante e pizzeria “Snoopy” colpito otto mesi prima da un’interdizione antimafia emessa dal prefetto di Cosenza. Anche di questo lido, la cui titolare era la moglie di Mario Straface, si dovrà occupare il futuro sindaco di Corigliano-Rossano. E per il centrodestra e Forza Italia dovrà essere la sorella dell’imprenditore condannato per mafia.