Corigliano-Rossano, Domenico Russo arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso

Domenico Russo, 38 anni, detto “u chiattu” è stato arrestato a Corigliano-Rossano con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il provvedimento restrittivo, notificato dai carabinieri della compagnia ionica, è stato emesso dal gip distrettuale Aragona, su richiesta del procuratore Nicola Gratteri e del pm antimafia Alessandro Riello.

Russo, scampato miracolosamente ad un agguato di chiaro stampo mafioso compiuto ai suoi danni nel centro storico di Corigliano il 31 gennaio scorso, è accusato di aver tentato di estorcere ingenti somme di denaro ad una importante azienda olearia ionica.

Lo scorso 31 gennaio un commando di killer rimasto ignoto aveva tentato d’eliminarlo, tra il sagrato della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e il cancello d’ingresso del Castello ducale di Corigliano, nel centro storico coriglianese di Corigliano-Rossano, proprio nei pressi della sua abitazione. Quattro i colpi di pistola che gli erano stati esplosi contro, non appena era montato nell’abitacolo della propria auto. Ma per sua fortuna, o per l’inesperienza di chi impugnava l’arma che aveva aperto il fuoco, o per l’inaspettata presenza sul luogo del delitto d’un gruppo di consiglieri comunali appena uscito dalla vicina sede municipale per alcune riunioni delle commissioni consiliari, scampò miracolosamente all’agguato. Rimase soltanto ferito: al petto, all’addome e al volto.

“U chiattu” era legato da un solido rapporto di amicizia con Pietro Longobucco, alias Pierino u jancu, esponente del clan del defunto boss Santo Carelli. Longobucco è stato ucciso a pistolettate lo scorso anno e gettato nel porto coriglianese all’interno di un furgone. Negli stessi giorni è stato ingoiato dalla lupara bianca il suo più fidato collaboratore, Domenico Sanfilippo, pure lui di Corigliano.

Sanfilippo ha fatto la stessa fine del padre, Antonio, ucciso e fatto sparire negli anni ’90 al confine tra Germania e Olanda. Fonte: Gazzetta del Sud e Altre Pagine