di Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano
L’altra sera, mentre continuavano ad arrivare segnalazioni su quanto stava accadendo, mi chiedevo quanta acqua stesse cadendo.
Per capire bene cosa è successo mercoledì tra le 21:30 e le 23:30, cioè ancor prima che formalmente fossimo in allerta arancione, basta sapere questo: il drammatico 12 agosto del 2015 sulla città caddero, nel momento di più alta intensità, 160 millimetri di acqua in 4 ore. Ieri sono caduti oltre 90 millimetri di acqua in 2 ore, che equivale circa al 10% della pioggia totale di un intero anno. Una bomba vera.
Sono certo che l’assenza di criticità sui corsi d’acqua della città, cioè l’aspetto più pericoloso e difficile, sia stata frutto di un lavoro di prevenzione che dura praticamente da 4 anni, con 8 milioni di euro di interventi progettati, finanziati e realizzati e con una manutenzione straordinaria di tutti i torrenti attesa da decenni. Altri 4 milioni di euro sono stati intercettati quest’anno.
A titolo di esempio, nella prima foto (in alto) il canalone di Vallone Sant’Antonio, ieri mattina: pulito e funzionante. Lo abbiamo realizzato dopo 30 anni di contenzioso (foto anche del cantiere).
Nell’ultima foto la barriera sull’argine destro del Crati, fatta come Protezione Civile Comunale in emergenza nel 2021: l’unico intervento di questi anni mentre continuano a restare fermi 8 milioni nell’Ufficio del Commissario.
Chi strumentalmente prova a dire che questa Amministrazione non si dovrebbe occupare di altro perché dovrebbe occuparti di dissesto idrogeologico, credo non abbia scelto degli argomenti efficaci.
I disagi sono stati creati, oltre che dal fenomeno straordinario descritto sopra, dalla insufficienza delle opere di urbanizzazione, quasi sempre sottodimensionate e sulle quale stiamo intervenendo progressivamente in tutte le aree della città, da Momena a via Roma. Saranno realizzati anche interventi nei punti dove ieri si sono registrate le maggiori criticità, risolvendo questioni ataviche.
Anche in questo caso, dati alla mano, c’è ancora tanto da fare, ma tanto è stato anche fatto.