Corigliano-Rossano. La “terra dei roghi”

La città di Corigliano-Rossano può essere considerata a pieno titolo, e senza rivali, “la terra dei roghi”. E per la precisione dei roghi delle autovetture che da quelle parti si bruciano al ritmo di dieci a settimana. Solo nella notte di ieri tre le automobili incendiate: l’auto del presidente del consiglio comunale, Marinella Grillo, e due auto di un imprenditore locale. E solo qualche giorno fa era stata data alle fiamme, a Cassano, l’auto del giornalista Luigi Cristaldi. Incendiari scatenati da mesi in quella zona. Non passa giorno, anzi notte, senza fiamme. La città è oramai da tempo ostaggio di professionisti “dell’appiccio” che si muovono rapidi e sicuri per le strade della città, colpiscono e svaniscono nel nulla in barba alle quattro caserme di carabinieri presenti sul territorio, al Commissariato, e alla Guardia di Finanza. E ci sarebbe pure la cosiddetta “Polizia Locale”. Certo, di sicuro i tutori dell’ordine pubblico saranno sotto organico, ma ciò non può giustificare la totale incapacità dimostrata dalle forze di polizia nel contrastare questo odioso e preoccupante fenomeno criminale.

Centinaia tra carabinieri, poliziotti, finanzieri, e polizia locale, che da mesi non riescono a dare un volto agli emissari incendiari dei clan locali. Perché gli incendi altro non sono che delle intimidazioni a chi non vuole cedere alla prevaricazione mafiosa. L’incendio dell’auto è il primo “telegramma” di avviso che i clan spediscono a chi non vuole abbassare la testa e, viste le capacità criminali dimostrate sul campo dai picciotti azionisti, i clan potrebbero decidere di passare, se la resistenza alle loro infami richieste dovesse continuare, al secondo “telegramma” che potrebbe avere caratteristiche diverse da quelle di un “rogo”. La situazione è oramai fuori controllo a Corigliano-Rossano, e aggiungiamo anche a Cassano. I clan hanno dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, di spadroneggiare sul territorio e di imporre le loro regole a suon di incendi e intimidazioni, senza mai trovare nessun vero contrasto alla loro azione criminale. Mentre polizia e carabinieri, più che brancolare nel buio, bruciano sotto i roghi dei clan. Incapaci di porre un freno a questa sempre più preoccupante escalation criminale. Evidentemente i clan hanno capito che possono aggirare polizia e carabinieri come e quando gli pare. Non sono certo preoccupati, e lo dimostrano le azioni criminali poste in essere in maniera spavalda e arrogante, della presenza di 4 caserme, e un Commissariato. Si sentono invincibili e imprendibili, ed è dalla passività delle forze di polizia che traggono questa convinzione.

Se il crimine a queste latitudini dilaga la responsabilità non è solo ascrivile all’incapacità dimostrata delle forze di polizia nel contrastare roghi e prepotenze, ma anche dalla scarsa capacità investigativa di scoprire i mandanti di queste ignobili intimidazioni. Se carabinieri e polizia non hanno il controllo del territorio, la Dda non sa che più che pesci prendere. Anzi di pesci finiti nella rete investigativa neanche l’ombra. E anche se Corigliano-Rossano con i suoi 75.000 abitanti può dare l’idea di una grande città dove i cattivi possono restare anonimi confondendosi con la brava gente, resta una realtà di provincia, dove solo quello che non si fa, non si sa. Solo poliziotti e carabinieri sono all’oscuro di tutto. Segno evidente dello scollamento tra forze di polizia e società, nessuno collabora con la giustizia che a Corigliano-Rossano, ma vale per tutta la provincia di Cosenza, ha perso la guerra con i clan. I poliziotti e i carabinieri, agli occhi della gente, sono i perdenti, e nessuno tifa per i perdenti. Nessuno affida la propria incolumità a chi non è nemmeno capace di indentificare un ladro di galline. E questo succede perché nessuno ha mai lavorato seriamente a creare una “intelligence territoriale stabile” con i cittadini basata sulla reciproca fiducia, manca l’affidabilità, il coraggio e la fantasia. Solo chiacchiere in pubblico, e distintivo con i deboli.

In questa drammatica situazione che preoccupa e non poco i cittadini, per tranquillizzare un po’ gli animi giova ricordare a tutti che a garantire la nostra sicurezza ci hanno pensato i vertici di polizia, carabinieri, e Guardia di Finanza, mettendo in campo una vasta operazione per il controllo dell’intero territorio della provincia di Cosenza, con l’impiego di centinaia di uomini e donne delle forze dell’ordine, denominata “Alto Impatto”. Perciò dormite sonni tranquilli, insieme agli incendiari e a tutti i mafiosi locali, che a dare la caccia ai cattivi e a vegliare su di noi, ci pensano loro.