Corigliano-Rossano, l’agguato ‘ndranghetista di 6 anni fa al proprietario dell’Expert: 4 arresti

di Fabio Buonofiglio

Fonte: AltrePagine (https://www.altrepagine.it/index.php/2023/08/11/corigliano-rossano-lagguato-ndranghetista-di-6-anni-fa-al-proprietario-dellexpert-4-arresti/)

CORIGLIANO-ROSSANO – Sono stati assicurati alla giustizia, questa notte, i presunti esecutori materiali del tentato omicidio dell’imprenditore 63enne Pasquale Inzitari, originario di Rzziconi in provincia di Reggio Calabria, ma da anni residente a Corigliano-Rossano dov’è proprietario dell’Expert, il grosso centro per la vendita di elettrodomestici all’interno del centro commerciale “I Portali”.

E proprio qui, il 25 luglio del 2017, verso le 19,30 di sera, un commando armato attentò alla sua vita, non riuscendovi (leggi le nostre cronache QUI QUI)

E stanotte, i carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano diretti dal maggiore Marco Filippi, nelle province di Brescia, Bologna e Viterbo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura distrettuale Antimafia diretta da Nicola Gratteri, nei confronti di 4 persone – due in carcere e due agli arresti domiciliari – gravemente indiziate di quel fatto di sangue mancato.

Le indagini dei carabinieri di Corigliano coordinate dal procuratore antimafia Gratteri

Le indagini sono state effettuate proprio dai militari del Reparto territoriale, sotto il coordinamento investigativo della Procura Antimafia catanzarese.

Gli accertamenti tesi a identificare gli autori, erano stati effettuati sin dalle fasi immediatamente successive all’azione dei killer. Dai primi approfondimenti emerse che quella sera di luglio del 2017, nel piazzale del centro commerciale, il commando, dopo aver effettuato i sopralluoghi dell’area, aveva attuato un piano studiato nei dettagli per attentare alla vita dell’imprenditore reggino.

I sicari avevano atteso l’imprenditore all’esterno, dove, una volta intercettato, lo avevano seguito a bordo d’una moto. Nel parcheggio era poi cominciata l’azione di fuoco dei malviventi, che non era andata a segno solo per la pronta reazione di Inzitari, sparato in mezzo alla gente. L’obiettivo dei killer era riuscito a sottrarsi dall’azione di fuoco rifugiandosi all’interno del negozio “Decathlon”.

Gli sviluppi più recenti e i nomi degli arrestati

Le indagini condotte, riaperte e finalizzate negli ultimi mesi, hanno permesso di dimostrare che la “spedizione mortale” era stata attuata per agevolare la cosca facente capo alla famiglia Crea di Rizziconi. L’inchiesta è stata condotta attraverso complesse tecniche investigative.

Tra i destinatari della misura cautelare figurano Francesco Candiloro di 44 anni, e Michelangelo Tripodi di 45, già detenuti poiché arrestati nell’ottobre del 2021 nell’ambito d’una inchiesta condotta dai carabinieri del Ros di Ancona sotto l’egida di quella Procura Antimafia, in quanto ritenuti i responsabili dell’omicidio di Marcello Bruzzese – fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Biagio Bruzzese -, avvenuto il 25 dicembre del 2008 a Pesaro. Per quel fatto di sangue, i due sono stati condannati in primo grado all’ergastolo. 

L’attività che ha consentito all’autorità giudiziaria d’emettere gli ordini d’arresto è stata caratterizzata anche dal proficuo coordinamento investigativo attuato con la Procura distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, che indaga sui “movimenti” della cosca ‘ndranghetista della famiglia Crea di Rizziconi.

Agli arresti domiciliari sono finiti Gianenrico Formosa di 52 anni, e Antonio Domenico Scarcella di 56.

FORMOSA SI E’ PENTITO

Formosa in particolare è in pratica colui il quale ha permesso alla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, di riprendere in mano l’inchiesta sul tentato omicidio di Inzitari.

Di ciò ne dà atto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale d Catanzaro, evidenziando come le dichiarazioni di Formosa, auto ed etero accusatorie, hanno permesso d’acquisire notizie, dati e informazioni utili alla Procura ed ai carabinieri:

«La formulazione dell’accusa e delle determinazioni assunte in questa sede si fonda su quattro fonti specifiche: la denuncia della persona offesa, i filmati del sistema di videosorveglianza posto a presidio del luogo pubblico ove i fatti si sono svolti, il dichiarato reso dal collaboratore di giustizia Gianenrico Formosa e gli esiti delle indagini svolte».

Formosa, in sostanza, avrebbe riferito i nomi, il movente e le modalità di quanto accaduto più d’un lustro fa a Pasquale Inzitari, l’imprenditore già vittima della ‘ndrangheta reggina che il 5 dicembre del 2009 ammazzò il figlio Francesco in un agguato a Taurianova.