Corigliano-Rossano. Lettera aperta dei 40 lavoratori licenziati dalla Simet

E’ a nome dei 40 lavoratori ai quali, qualche giorno fa e dopo un lungo calvario durato mesi, è stato notificato il licenziamento collettivo dalla Simet Spa, che scriviamo questa lettera, dettata non solo dalla rabbia e dallo scoramento per essere stati le vittime sacrificali di una discutibile ristrutturazione aziendale ma, anche, dall’evidente abbandono che abbiamo percepito da parte di tutte le forze politiche locali e nazionali.
Da una parte, è chiaro come l’azienda stia mettendo in atto un decisivo passaggio di una rimodulazione della politica interna, mirante a trasformare il suo modello scaricando le – presunte – difficoltà su chi ha creato, con il suo lavoro, la ricchezza dei titolari della ditta. Abbiamo detto “presunte” difficoltà: la maggioranza dei lavoratori licenziati, infatti, proviene dalla fascia ionica, la zona in cui le linee sono maggiormente occupate e cariche di lavoro come lo sono, peraltro, le altre aziende che concorrono nello stesso ambito, vedasi Marino Bus che nel periodo estivo partiva/arrivava con 12/ 14 mezzi ogni giorno.
Dall’altra parte, non possiamo non notificare il completo disinteresse dei partiti e delle loro dirigenze alla questione, eccetto qualche rarissima eccezione. Quello che sospettiamo è che, in periodo pre-elettorale, non risulti abbastanza proficuo e conveniente, per determinati esponenti politici, “sporcarsi le mani” denunciando un sopruso e appoggiando un conflitto sociale col rischio di inimicarsi determinati ambienti padronali, importanti per l’acquisizione dei consensi previsti. Sta di fatto che né certe prassi aziendali sono mai palesemente combattute né una posizione chiara è mai presa a favore della classe lavoratrice, se non in una dimensione di conciliazione illusoria e falsa del conflitto.
Quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni ci basta a rivendicare con forza il nostro punto di vista. Dal 2018 l’azienda ha cominciato ad appaltare alcune linee a imprese esterne, esternalizzando il servizio al fine di diventare un business modalità Flixbus, togliendosi il personale di dosso, delegando il servizio vero e proprio ad aziende che riescono a risparmiare di più sui dipendenti attraverso un minor costo del lavoro e, magari, dei contratti con minori tutele, assumendo personale con i nuovi contratti atipici e senza il vecchio articolo 18, ma mantenendo il brand e l’organizzazione del lavoro in generale. In questo momento, ad esempio, nella linea da Crotone a Roma e viceversa il trasporto viene operato da altre aziende che hanno sempre la livrea Simet, gli autisti con divisa Simet, ma sono dipendenti di aziende di noleggio autobus.
Noi lavoratori Simet eravamo più di 130 e negli ultimi due anni la proprietà ha lavorato molto sul piano psicologico per fare in modo che molte persone andassero via da sole, prima attraverso la pressione velata e la minaccia di una crisi aziendale e, poi, nel periodo covid con continui ritardi nell’erogazione degli stipendi o forzando i lavoratori a svolgere servizi al nord per mesi lontani dalle famiglie. Fino a quello che è, per noi, un tragico epilogo.
Chiudiamo questa lettera sottolineando che noi non fermeremo la nostra lotta, né dal punto di vista legale ne sociale. A nessuno ha importato dei nostri sacrifici…trattati come sacchi di spazzatura: noi siamo VITA! Cercheremo il supporto e la cooperazione dei lavoratori che sono nella stessa situazione e di chiunque sia consapevole delle contraddizioni che abbiamo qui descritto, affinché il nostro episodio si manifesti come la condizione (reale o potenziale) di tutti coloro che devono offrire il loro lavoro per vivere.
P.s. questa è la risposta anche a quel comunicato fatto da un sindacato da voi pubblicato, che in tutti questi anni mai si è veramente schierato con noi lavoratori. Chiediamo perciò zero passerelle sui nostri licenziamenti e sulle nostre vite distrutte, solo soluzioni e zero parole pre elezioni.