Coronavirus, 21° giorno: scioperi spontanei in acciaierie di Terni e Fincantieri

Alessandro Pone - Lapresse Napoli 10 marzo 2020 Cronaca Corona Virus, operazione di igienizzazione al Maschio Angioino. In foto gli operai comunali a lavoro dell'area museale del Maschio Angioino. Alessandro Pone - Lapresse Naples 10 march 2020 news Corona Virus, sanitation operation for Maschio Angioino. In the photo the municipal workers at work in the museum area of the Maschio Angioino.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

La serrata decisa ieri dal governo per tutta Italia lascia fuori le fabbriche, che sono chiamate solo a garantire il rispetto delle misure di sicurezza anti contagio. Confindustria, come è noto, nei giorni scorsi ha fatto pressioni perché le attività produttive non fossero soggette alla nuova stretta. Ma i lavoratori non ci stanno e, mentre alcune aziende hanno deciso di fermarsi comunque (e non solo per qualche giorno come i quattro stabilimenti Fca di Melfi, Cassino, Pomigliano e le joint venture Sevel) sono stati scioperi spontanei in molte fabbriche, da Terni a Brescia, fino alla Fincantieri di Marghera. I sindacati continuano a sollecitare maggiori misure di prevenzione. “Ciò che si applica nelle strade e nelle piazze deve valere anche nelle fabbriche“, scrive la Fiom Cgil Piemonte.

Scioperi spontanei per chiedere tutele – Alla Acciai Speciali Terni i dipendenti hanno annunciato due giorni di sciopero. Astensioni dal lavoro spontanee anche in alcune fabbriche di Brescia rimaste aperte, con gli operai che chiedono maggiori tutele dal punto di vista sanitario. Alla Fincantieri di Marghera i lavoratori lamentano che è “impossibile rispettare le regole, non si può fare questo lavoro stando a distanza di un metro l’uno dall’altro, sarebbe meglio chiudere tutto”. Durante la mattinata ci sono stati casi di sciopero anche nelle fabbriche dell’area bolognese che hanno riguardato la Toyota e la Bonfiglioli Riduttori.

“C’è un’enorme tensione da stamattina”, conferma il segretario cittadino della Fiom, Michele Bulgarelli: “Stiamo verificando postazione per postazione che le condizioni di sicurezza vengano rispettate: alcune aziende si stanno fermando, si aspettano gli ammortizzatori sociali“, ha spiegato. In molte provincie del Piemonte, come Asti, Vercelli e Cuneo sono in corso nelle fabbriche fermate e scioperi (Mtm, Ikk, Dierre, Trivium) con adesioni altissime. “C’è confusione e panico anche perché si registrano i primi contagi che, in alcuni casi, non vengono resi pubblici dalle aziende”, spiega il segretario generale della Fiom Cgil Piemonte, Vittoria De Martino.

I sindacati: “Insicurezza, ciò che vale nelle strade deve valere nelle fabbriche” – La Fiom Cgil Piemonte sottolinea che “non ci possono essere due pesi e due misure. Ciò che si applica nelle strade e nelle piazze deve valere anche nelle fabbriche“. “C’è forte pressione e tensione: ci sono aziende dove le condizioni minime di sicurezza sono difficilmente applicabili”, aggiunge il segretario regionale della Fiom dell’Emilia-Romagna, Samuele LodiFimFiom, e Uilm nazionali sottolineano che oggi in tantissime aziende si registra la mancanza di dispositivi di protezione (mascherine, igienizzanti, etc.), sanificazione periodica dei locali e del rispetto della distanza di almeno un metro tra i lavoratori. Per questo, scrivono in una nota, “esortiamo il governo ad adottare immediati provvedimenti straordinari, a partire dalle zone maggiormente colpite e a rischio collasso, come nel caso della Regione Lombardia”, e “un’azione di sostegno alle famiglie, con l’estensione dei congedi parentali per i lavoratori devono assistere i propri figli, e di sostegno alle stesse Aziende”.

Le acciaierie e fabbriche di armi del bresciano chiudono – Tra le prime a decidere di chiudere c’è stata la Alfa Acciai, la più grande acciaieria di Brescia città con più di mille dipendenti, e tra i leader europei nella produzione del tondino. “Abbiamo deciso da questa sera alle 22 la chiusura di tutte le attività del sito di San Polo, con esclusione delle consegne ai clienti e di minima parte delle funzioni di staff”, ha comunicato il gruppo il 10 marzo, pur auspicando “che si possano creare in tempi brevi le condizioni per riprendere l’attività”.

In breve l’esempio è stato seguito da altre aziende del bresciano. Ieri hanno annunciato lo stop Beretta Armi e, riferisce Fiom, hanno deciso la chiusura temporanea anche Perazzi Armi, Oms Saleri e Ferriera Valsabbia di Odolo, Aida, Atb, Io.Img, Bmc e Innse Cilindri. “La diffusione del coronavirus e le decisioni assunte al riguardo dalle autorità competenti hanno da giorni inciso sulla possibilità di mantenere il regolare processo produttivo e commerciale”, scrive Ferriera Valsabbia definendo la sospensione della produzione del sito di Odolo “massimo strumento di prevenzione per garantire il corretto livello di tutela della salute dei dipendenti e conseguentemente delle comunità in cui vivono“.

Avio, Alstom, Leonardo e Cnh si fermano per qualche giorno – Hanno deciso invece rallentamenti per adeguare linee e stabilimenti alle nuove disposizioni anti-contagio AvioAlstom e Leonardo. La Cnh Industrial poi fermerà alcune fabbriche per qualche giorno per procedere a sanificazione degli ambienti, diminuzione e scaglionamento dell’affluenza nelle mense, adozione dello smart working negli uffici e distanza minima di sicurezza di un metro fra le postazioni nei reparti produttivi, oltre alla possibile riduzione dell’utilizzo degli spogliatoi. Quelle di Suzzara e Brescia fino a lunedì 16, Piacenza fino al 18. A San Mauro si stanno accertando due possibili casi di contagio.