Coronavirus, carceri in rivolta: a Foggia 22 evasi ancora in fuga, 3 detenuti morti a Rieti

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Continuano le proteste nelle carceri e il numero delle vittime tra i detenuti è salito a 12. Tra gli evasi a Foggia, sono ancora in fuga 22 persone tra cui anche persone vicine alla mafia garganica e un condannato per omicidio. Il ministero della Giustizia fa sapere che si sono conclusi quasi dappertutto i disordini che ieri hanno interessato oltre 20 istituti penitenziari. In alcuni invece, continua la nota, la situazione non è ancora definita e manifestazioni sono tuttora in corso. Ci sono protesta nelle carceri di Caltanissetta, Enna, Larino, Pescara e Avellino, con gruppi di detenuti che rifiutano di rientrare nelle celle. Nuovi episodi di disordini si segnalano oggi a Rieti, Palermo Pagliarelli, Genova e Campobasso. Il ministero riferisce ancora che “è previsto l’arrivo di 100mila mascherine per i penitenziari italiani”. Alcuni disordini sono scoppiati nel primo pomeriggio anche all’interno del carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia. Alcuni detenuti hanno iniziato a battere sulle inferriate e poi sono viste delle fiamme: la situazione poi è tornata alla normalità.

Rieti tre detenuti sono morti dopo aver assunto farmaci rubati dall’infermeria durante la sommossa andata avanti per ore e sedata solo nella notte. Altri 7 sono stati trasportati in ospedale, di questi 3 sono attualmente ricoverati in terapia intensiva, mentre un altro detenuto, più grave, è stato trasferito in elicottero a Roma. Sono nove invece le vittime tra i detenuti del carcere di Modena, dopo la rivolta di lunedì. Cinque sono morti nello stesso penitenziario, gli altri sono tra i reclusi trasferiti ad Alessandria, Verona, Parma e Ascoli. Secondo le prime indagini, avevano assunto psicofarmaci rubati dal cassetto delle medicine dopo l’assalto all’infermeria del carcere.

Dopo i disordini di domenica e lunedì in 22 penitenziari in tutt’Italia, da Modena a Palermo, nella notte nuove rivolte si sono verificate a Siracusa, nel carcere di Cavadonna, dove 70 detenuti hanno dato alle fiamme le lenzuola e hanno utilizzato le brande per sfondare alcuni cancelli. Distrutto l’impianto di videosorveglianza e danneggiata anche una delle due cucine, che è stata resa di fatto inagibile. La protesta dei detenuti ha creato danni importanti al blocco 50, quello di media sicurezza: la popolazione nel carcere è di circa 680 detenuti, un centinaio in più della capienza massima.

Ad Aversa, nel Casertano, durante il cambio di turno di mezzanotte, i detenuti hanno protestato rumorosamente sbattendo oggetti contro le inferriate e bruciando pezzi di carta nelle loro celle. Questa mattina invece un gruppo di detenuti del carcere milanese di San Vittore, una trentina circa, sono tornati a protestare sul tetto dell’istituto. Un gruppo di detenuti del carcere Pagliarelli di Palermo invece si è impossessato di un piano detentivo prendendo le chiavi della guardia penitenziaria. È in corso una mediazione con la direttrice Francesca Vazzana che assicura che la “situazione sta tornando alla normalità”. Altre proteste sono in corso anche a Campobasso e Matera, ma in questi casi, consistono nella battitura delle sbarre.

Foggia, ancora caccia a 23 detenuti evasi – A Foggia continuano le ricerche di 22 evasi: tra cui persone vicine alla mafia garganica e un condannato per omicidio, Cristoforo Aghilar, il 36enne che il 28 ottobre scorso ha ucciso ad Orta Nova Filomena Bruno, 53 anni, mamma della sua ex fidanzata. Ieri, approfittando dei disordini, 77 detenuti sono riusciti a fuggire: 54 sono stati già catturati, tra cui due persone che hanno scelto di costituirsi. Al momento per tutti l’accusa è di evasione, e successivamente sarà analizzata la posizione di ogni singolo detenuto. Secondo i giornali locali, tra gli evasi in fuga ci sono anche quattro persone vicine alla mafia foggiana: Francesco Scirpoli, 38 anni, Andrea Quitadamo detto “Baffino junior”, 30 anni, Francesco Notarangelo detto “Natale”, 54 anni, e Bartolomeo Pio Notarangelo, 32enne. Sono ricercati anche Antonio Borromeo – 27 anni, condannato nel giugno 2019 per la guerra di mala avvenuta a Brindisi fra il 2017 e il 2018 – e Angelo Sinisi, 33 anni, condannato per rapina.