Sit-in a Squillace. Orfani della patria, lo scempio del territorio consegnato agli affari rinnovabili e la dignità di chi lo contrasta

ORFANI DELLA PATRIA

Lo scempio del territorio consegnato agli affari rinnovabili e la dignità di chi lo contrasta: un sit-in a Squillace Lido.

Il suolo della Patria è sacro : la biodiversità che racchiude è, tra l’altro, una precondizione dell’esistenza degli alberi e degli esseri umani ; assolve funzioni ecosistemiche cruciali ( tra cui la cattura del carbonio e l’assorbimento dell’acqua piovana a favore delle falde sotterranee) grazie alle quali si configura come un alleato irrinunciabile dell’umanità alle prese con la più rognosa gatta da pelare della sua breve storia, cioè la crisi ecologica alimentata fino a oggi da una pluralità di azioni suicide. Invece la Patria purtroppo non ha più nulla a che fare con il sacro; è diventata la povera patria sferzata da Franco Battiato, ha assunto la vile funzione di cassa sempre disponibile a soddisfare le pretese di bande d’affaristi predoni e speculatori finanziari; si è fatta stato volatile che ha privatizzato servizi pubblici essenziali e svenduto beni demaniali, culturali e ambientali tradendo lo spirito e la lettera della Costituzione repubblicana per dare applicazione all’idea assurda in base alla quale la ricchezza di pochi avvantaggia anche tutti gli altri.

Questa povera patria desacralizzata e illegale consente alla lobby del cemento di distruggere circa 15 ettari al giorno di territorio a proprio esclusivo vantaggio: buona parte dei proventi della fiscalità, dei soldi prelevati ai cittadini, finisce nelle mani adunche dei cementificatori, anche attraverso la voragine di spesa pubblica determinata dalle conseguenze di frane e alluvioni, ogni volta attribuite al maltempo e mai al malgoverno, cioè alla mancata difesa del suolo, e ogni volta fronteggiate con soluzioni e azioni simili a quelle che hanno generato il problema.

Ma al peggio non c’è mai fine e così la patria miserrima ha ora la faccia tosta di cantare fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, di cingersi la testa col made in Italy (!) e col sovranismo per poi comportarsi come una serva Italia, di dolore ostello, artefice della distruzione del suo ambiente, dei suoi paesaggi e del suo sistema democratico per andare incontro alle esigenze delle multinazionali dell’energia, le nuove divoratrici di suolo a cavallo dell’onda verde, del creativo affarismo green senza rischio d’impresa perché foraggiato appunto dai denari dei contribuenti che si sentono mancare il patrio suolo sotto i piedi e vedono fiorire foreste di pale eoliche morte al posto di boschi di alberi vivi e assistono alla nascita di tombe fotovoltaiche sui terreni utili alla produzione del cibo. Se la patria non fosse così servile difenderebbe le basi materiali della vita di chi abita nella Nazione e prenderebbe le redini della produzione energetica per realizzarla in proprio e in armonia con le peculiarità dei territori senza aggravare la crisi ecologica mentre si finge di affrontarla sacrificando di fatto principi costituzionali primari come la tutela degli ecosistemi e della biodiversità ai guadagni immorali di un settore economico rampante.

Per indorare la pillola della destrutturazione territoriale, della costituzione di zone di sacrificio destinate all’ubicazione capillare degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, la multinazionale RWE ha organizzato tre giorni di propaganda, con il coinvolgimento di scolaresche da indottrinare, all’interno di un villaggio turistico di Squillace Lido, all’ingresso del quale alcuni esponenti del Coordinamento regionale Controvento saranno presenti nel pomeriggio del primo giorno ( 3 maggio 2024, dalle ore 14.30) per garantire un minimo di controinformazione. Rinnovabile non significa sostenibile, lo ha rimarcato di recente Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Con una citazione da un suo articolo ci congediamo dai lettori, orfani di una Patria degna di questo nome, che invitiamo dunque al sit- in per un’azione comune in difesa dell’ambiente e della nostra dignità.

Si sta perpetrando una vera e propria colonizzazione energetica a danno delle comunità rurali più deboli con la complicità di leggi ingiuste che consentono l’esproprio di terre private a favore di società private per generare energia privata da vendere sui mercati privati …

Coordinamento regionale Controvento