Coronavirus, Cosenza: la lista dei medici e i contatti a Tarsia dell’informatore scientifico deceduto

A Cosenza e provincia c’è una certa apprensione per le vicende legate al contagio dell’informatore scientifico di 65 anni, originario di Tarsia ma residente a Rende, deceduto stamattina dopo essere stato ricoverato il 7 marzo scorso in Terapia intensiva all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

Il 9 marzo scorso, Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg), aveva dichiarato all’Ansa che erano circa sessanta  i medici di famiglia di Cosenza posti in quarantena dopo aver avuto contatti, negli ultimi giorni, con l’informatore farmaceutico risultato positivo al nuovo coronavirus. Si era anche premurato di affermare che sarebbero stati 70mila i pazienti sprovvisti del medico di base cui fare riferimento ma non aveva detto una parola sulla messa in quarantena dei pazienti venuti a contatto con gli stessi loro medici. 

Le domande erano nate spontanee. Per farla breve: tutti i pazienti che hanno avuto contatto con i 60 medici di base dovevano andare in quarantena?
E i 60 medici di base operano tutti su Cosenza città, oppure anche in provincia?

Alla seconda domanda qualcuno aveva già provveduto a rispondere sui social diffondendo una lista con 58 medici di famiglia che sarebbero stati “visitati” dall’informatore scientifico purtroppo deceduto. 12 hanno lo studio ad Acri, 10 a Cosenza, 9 a Luzzi, 8 a Bisignano, 5 a Rende, 5 a Rogliano, 2 a Castrolibero, 2 a Castiglione Cosentino e 1 a Parenti, Marzi, Mangone, Malito e Santo Stefano di Rogliano. Vicino ai nomi dei medici, tuttavia, c’erano delle date nelle quali, presumibilmente, sarebbe avvenuta l’ultima visita e sono tutte date antecedenti quella del 28 febbraio indicata dall’informatore scientifico come quella della sua partecipazione alla riunione di Lamezia dopo la quale si sarebbe sentito male.

Di conseguenza, un’altra domanda nasce spontanea: ma se l’informatore scientifico ha fatto visita ai medici prima del 28 febbraio, perché si sono messi in quarantena? Delle due l’una: i signori medici sono evidentemente a conoscenza di altre frequentazioni dell’informatore scientifico.

A questo proposito, a Tarsia, nel paese d’origine dell’informatore scientifico e della moglie (attualmente ancora ricoverata all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza), si raccolgono voci di una certa importanza. 

Secondo molte testimonianze provenienti da Tarsia, l’informatore scientifico e la moglie dopo il 21 febbraio, giorno ufficiale di inizio dell’emergenza virus, sarebbero stati a contatto con il fratello della moglie, che sarebbe arrivato a Tarsia da Bergamo senza avvisare le autorità sanitarie. Il soggetto sarebbe stato non solo a contatto con i suoi familiari ma anche in alcuni locali pubblici, finché qualcuno non ha informato i carabinieri, che gli avrebbero intimato di non uscire da casa e di chiamare il medico per recarsi a fare il tampone, perché proveniva dalla zona rossa. Infine, sarebbe tornato al Nord.

Molta gente ha assistito a questa vicenda e nell’immediatezza dei ricoveri e dell’ufficialità dei contagi, diversi cittadini di Tarsia ci avevano scritto, perché non sanno ancora se questa persona proveniente da Bergamo stava bene oppure no, perché comunque avrebbe girato per il paese, nonostante la gente gli avesse fatto notare che doveva usare le precauzioni del caso.