Coronavirus, Report e l’emergenza tragicomica della Calabria: “… E chi dovevo nominare?”

L’altro giorno Jole Santelli ci ha fatto sapere che – finalmente! – il Governo centrale ha strappato l’emergenza coronavirus dalle grinfie dei burocrati della Regione Calabria per assumerne direttamente le redini, così come in tutte le Regioni commissariate per la sanità. La Santelli ha gridato allo scandalo, probabilmente perché è convinta che i calabresi abbiano l’anello o al naso o siano senza memoria. Sì, perché solo gente senza memoria può aver rimosso la figura barbina a livello internazionale della Calabria a fine marzo (mica un secolo fa…) dagli schermi di Report. E poiché – come diciamo spesso – una terra senza memoria è una terra senza futuro, provvediamo noi a rinfrescarla ai calabresi, che certamente non ne hanno bisogno ma magari non disdegnano un “aiutino”. 

In Calabria esistono due “colossi” dell’informazione privata che monopolizzano il mercato pubblicitario e si affiancano alla (pessima) informazione della Rai regionale, piena di giornalisti lottizzati e senza una benché minima linea editoriale, a parte quella di leccare il culo ai potenti. Esattamente come i privati: insomma non c’è differenza.

I due “colossi” del sistema mediatico privato calabrese, però, hanno un valore aggiunto: hanno fatto campagna elettorale a pagamento a Jole Santelli e sono generosamente finanziati da soggetti come i fratelli iGreco, il gruppo Citrigno e il gruppo Parente ovvero i “boss” della sanità privata. Quelli che hanno sottratto, grazie ai politici corrotti, tutti i soldi possibili e immaginabili alla sanità pubblica e che, pagando i media di regime, si assicurano anche la totale insabbiatura mediatica delle loro vergogne. Di conseguenza, i media di cui sopra non possono criticare né la politica e né i colletti bianchi perché… sono a loro libro paga. In sostanza, fanno parte anche loro di questo sistema di potere e di corruzione diffusa.

Chi fa informazione “aggressiva” viene seppellito di denunce, perché la magistratura, si sa, è corrotta fino al midollo. E così, per fare arrivare la nostra voce al Paese dobbiamo affidarci a qualche giornalista nazionale onesto, che decide di mettersi contro i poteri forti. E finalmente sta succedendo, proprio con l’emergenza virus, che porta ala luce, più che la disorganizzazione, il caos e il “magna magna”, la miseria umana che c’è dtetro.

La seconda parte dell’inchiesta di Report parte da dov’era finita la prima ovvero dall’ospedale di Castrovillari. Un paziente positivo tenuto per due ore in ambulanza e poi non si capisce bene dove venga portato. Adele Grossi, l’inviata a Nairobi, pardon in Calabria, scandisce con la sua voce fuori campo che “… nel 2012 all’ospedale di Castrovillari sono state realizzate 4 sale operatorie per una spesa complessiva di 5 milioni di euro ma non sono mai state collaudate e non sono mai entrate in funzione…”. Si tratta di una delle tante vergogne della nostra sanità, per insabbiare la quale i poteri forti hanno imposto l’incarico da parte dell’Asp di Cosenza ad un faccendiere della massoneria, legato a doppio filo al giudice corrotto e pentito Marco Petrini. Si chiama Mario Santoro, viene dallo stesso paese dei fratelli iGreco, ha elargito bei soldoni alle cliniche, ha insabbiato il caso Castrovillari e adesso pare che si sia pentito insieme al giudice di cui sopra. Prima o poi vedrete che ne parlerà anche Report. Che se aspettiamo i media di regime, stiamo freschi…

Ferdinando Laghi, un medico di Castrovillari onesto e dalla parte giusta, rivela alla giornalista che “… sono arrivati prima i pazienti…” anche se non c’era nessuna sicurezza e nessun requisito strutturale nell’ospedale. La giornalista afferma che l’ospedale di Castrovillari è stato “liquidato” come Centro Covid e qui entra in scena il commissario Zuccatelli, altro personaggio in cerca d’autore, spedito da Cesena in Calabria dal Pd di Zingaretti. Il commissario mente spudoratamente arrivando ad affermare addirittura che Castrovillari non è mai stato Centro Covid e che è stata “solo” attivata Pneumologia. Ma mente sapendo di mentire e la giornalista gli spiattella in faccia le disposizioni, firmate da lui stesso peraltro (!!!) che dicono il contrario. E a tutt’oggi, come recitano i bollettini, a Castrovillari, sono ricoverati ancora due pazienti Covid…

L’inchiesta va avanti e si sposta su Paola a e Cetraro perché il commissario dice che stanno lì gli ospedali Covid. Ma a Paola non c’è neanche un paziente e la tenda pre-triage è volata via al primo colpo di vento e a Cetraro, anche se si stanno “organizzando”, tutti sanno che non ci sono i requisiti strutturali ed è comunque assurdo che sia l’unico ospedale di riferimento per 150 comuni… Ma Zuccatelli, che come Pallaria, dirige tutto il “dirigibile” tra Catanzaro e Cosenza, e viene definito uno e trino dalla giornalista, non fa una piega, anche se nella città capoluogo la tenda pre-triage è una mina vagante e se le Asp della stessa Catanzaro e di Reggio sono state sciolte… per mafia.

Una puntatina a Gerace e Rosarno per far vedere come si possono sprecare decine di milioni di fondi pubblici per ospedali mai entrati in funzione ed ecco che entra in scena la capra, sì insomma il presidente della Regione. Che ovviamente non sa cosa rispondere a chi le chiede il perché di questo sfacelo con 100 milioni di buco e 10 anni di commissariamento. Del resto, lei vive a Roma, cosa ne può sapere se è stata catapultata dai poteri forti qui in Calabria solo per fare da paravento a chi questa Regione se l’è mangiata e se la mangia ancora nascondendosi dietro al suo sorriso di capra ignorante?

Arriva il momento dell’ex commissario Scura, che si para il culo e dice che dei suoi 779 posti letto non c’è traccia alcuna. Il trampolino di lancio perfetto per parlare dei burocrati della Regione, colletti bianchi al servizio dei poteri forti ai quali non gliene può fregar de meno della deriva massomafiosa della Calabria. E così, dopo Belcastro che annuncia tragicomicamente che “gli ospedali sono pronti”, ecco che arriva il turno del numero uno, il capo per eccellenza ovvero Domenico Maria Pallaria da Curinga, creatore del cielo e della terra e di tutte le cose visibili e invisibili… Ora sarebbe troppo complicato spiegare quanti incarichi ricopre questo soggetto (qui c’è tutta la sua “biografia” per chi ha pazienza http://www.iacchite.blog/regione-i-mille-tentacoli-del-mitico-pallaria-il-dirigente-piu-potente-ditalia/). E qui, nel post di Report, è sintetizzata la sua ultima risposta, quella per la quale meriterebbe, in un paese normale, di essere cacciato a calci nel sedere dagli incarichi che riveste.

La degna conclusione dell’inchiesta è il fatidico “… e chi dovevo nominare?” della ora scomparsa governatrice Santelli, che in effetti ha solo eseguito gli ordini che le scrivevano ogni mattina i suoi manovratori. Compreso quello di nominare al suo posto il nipote di Natuzza, ovviamente braccio destro del dimissionario (a nonna…) Pallaria. Che infatti si ritroverà con l’inviata di Report nella puntata di lunedì. Come dire: esco dalla porta ma entro dalla finestra. Povera Calabria nostra! CLICCA QUI PER VEDERE L’INCHIESTA DI REPORT (http://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Il-paziente-zero-25806a1c-093b-4124-a7ff-1a2844ff493a.html).