Sono due le vittime di Coronavirus in Italia. La seconda persona deceduta è una donna residente in Lombardia. Secondo quanto apprende l’Ansa, sembra che la donna fosse ricoverata con una polmonite, ancora in attesa dell’esito del test sulla malattia. Si chiamava Giovanna Carminati la seconda vittima del Coronavirus in Italia. Aveva 77 anni ed è deceduta nella sua casa di Casalpusterlengo, in Lombardia. La morte sarebbe sopraggiunta a causa di un infarto ma le sue condizioni sarebbero state peggiorate dal nuovo virus, al quale è risultata positiva stando ai risultati delle analisi effettuate post mortem. La sua abitazione è al momento in isolamento. A quanto pare suo figlio sarebbe amico del 38enne di Codogno ricoverato ieri e trasferito oggi a Pavia, considerato il “paziente 1” in Italia.
L’altra vittima è invece Adriano Trevisan, un muratore in pensione di 78 anni deceduto ieri sera nell’ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova.In Italia, al momento, sono 51 i casi di contagio accertati, 52 con l’anziano morto nella serata di ieri. Trentanove sono in Lombardia, dove è risultata positiva anche una coppia di medici in provincia di Pavia. Lui è un medico di base a Pieve Porto Morone, lei è pediatra operativa nel Lodigiano. Positiva anche una ragazza di 38 anni ricoverata da 5 giorni in reparto di pneumologia all’Ospedale Civile di Cremona (che ha un collegamento con un laboratorio dell’ospedale di Codogno), uno a Pizzighettone (Cremona) e un altro proveniente dal Lodigiano ricoverato a Como, nel reparto di malattie infettive.
In Veneto invece risulta contagiato un uomo di 67 anni di Dolo (Venezia) che si trova in terapia intensiva a Padova. A lui si aggiungono “altri 7 casi positivi tutti a Vò Euganeo di cui due familiari del signor Trevisan: la moglie e la figlia – ha detto il governatore veneto Luca Zaia -. Stiamo continuando con le verifiche dei contatti più ravvicinati che hanno avuto i contagiati. Resta il fatto che stiamo parlando di un virus che ha una bassa letalità Purtroppo la letalità ce l’ha nelle persone che hanno già altre patologie”. Dallo Spallanzani fanno però sapere che l’uomo cinese e il ricercatore italiano che erano stati contagiati, risultano negativi al test. La moglie dell’uomo resta in terapia intensiva, ma le sue condizioni sono migliorate. Entrambi hanno terminato la terapia antivirale. E uno studio cinese ipotizza che l’incubazione possa durare fino a 27 giorni.
Resta in prognosi riservata il 38enne di Codogno, il cosiddetto “paziente uno” che ha trasmesso la malattia anche sua moglie incinta di 8 mesi. Infettati anche un compagno di sport, 5 operatori sanitari, 3 pazienti ricoverati in ospedale a Codogno6 e 3 frequentatori del suo stesso bar. Dieci comuni del Lodigiano sono isolati e sono in quarantena 250 persone che hanno avuto contatti con i contagiati.
Presto scatteranno anche in Veneto le misure restrittive già attivate nel Lodigiano, come ha fatto sapere il ministro della Salute Roberto Speranza al termine della riunione alla protezione civile tenutasi venerdì sera. “Siamo al lavoro per un’ulteriore ordinanza che sarà sottoscritta con la regione Veneto. L’obiettivo è contenere in aree geografiche limitate l’epidemia” ha spiegato il ministro sottolineando che i provvedimenti ricalcheranno quelli già attuati per i 10 comuni in provincia di Lodi.
Non c’è un collegamento, stando a quanto sappiamo fino a questo momento, tra il focolaio di Coronavirus di Codogno, nel Lodigiano, che si è allargato finora a 39 persone, e quello di Vo’ Euganeo, nel Padovano. “Non esiste nessun collegamento tra il focolaio lombardo e quello veneto”, ha confermato l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. Il contagio veneto “è autonomo”, ha spiegato ai microfoni di Sky. Tutte le situazioni di positività lombarde “hanno avuto contatti con il pronto soccorso e l’ospedale di Codogno”, ha detto l’assessore in conferenza stampa. “Abbiamo investigato i contatti dei primi sei casi, ricostruito le relazioni tra loro. Gli altri positivi sono operatori sanitari, pazienti, parenti e colleghi dei primi casi”.