Oggi è il suo giorno. Carletto vola a Roma per conferire con il suo datore di lavoro: il ministro Orlando. Colui il quale ha diritto di vita o di morte (politica) su tutti i componenti della sua corrente.
Un uomo fidato di Renzi, il ministro della Giustizia, a cui ha delegato la gestione dell’incapacità dei dirigenti del Pd calabrese a trovare una sintesi per le candidature alle prossime amministrative in Calabria, in primis a Cosenza.
Tutto è pronto per far coddrari u pinnulu agli iscritti, ai pezzotti, ai capibastone del PD locale. Come andiamo dicendo da mesi, in solitudine, le PRIMARIE A COSENZA NON SI FARANNO. Il candidato c’è: se vi sta bene è così, altrimenti quella è la porta.

Via uno, avanti un altro: dietro la porta del PD c’è oramai la fila di cinghiali, faine, iene, avvoltoi e tutta la fauna selvatica di questo mondo, pronta a subentrare a questo o a quel fuoriuscito. Non si preoccupano i rottamatori di perdere pezzi, perché nel partito della nazione, necessario per arginare Grillo, c’è posto per tutti. Tranne che per gli onesti e i coerenti. Categorie difficili da trovare in politica.
Sono ammessi solo voltagabbana, opportunisti, ipocriti, falsi e truffatori vari. Per cui non c’è nessun problema. Non piange nessuno se ad esempio un Cipparrone o un Sacco, se ne vanno voltando le spalle al PD. L’importante è chiudere questa buffonata delle primarie e del candidato a Cosenza. Pratica che è già chiusa da mesi, ma tutti giocano al rimpiattino. Oggi si fa la storia. Di Carletto si intende. E non sarà certo lui quello che ammunta tuttu, solo per orgoglio politico. Cosa che tra l’altro non gli appartiene. Si è sempre saputo vendere bene.
Ho avuto già modo di scrivere che l’ultima parola su Cosenza spetta a Carletto, che oggi se leccherà bene e si prostrerà come di dovere, potrebbe essere incoronato baronetto di Calabria.
C’è solo da mettersi d’accordo, come diciamo da tempo, su cosa offrire a Carletto. Una suo rientro in giunta sempre complicarsi per via dall’enorme mole di comunicati, che ogni giorno lo staff di Carletto produce contro Oliverio.
All’oggi pare che Carletto non si sia accorto che è cambiato il presidente, infatti, fa la stessa opposizione che faceva a Scopelliti. Puntuale e precisa. Non risparmia critiche e consigli a quel Palla Palla di Oliverio che ancora non ha capito che così facendo non arriva a questa estate.
Una possibile proposta che potrebbe accontentare Carletto, è la promessa di un posto di rilievo per il futuro. Firmato e garantito dal ministro Orlando. Anche se non escludo del tutto il suo ritorno in giunta.
Oliverio potrebbe abbassare la cresta, viste le pressioni da parte di Minniti e company. Da escludersi categoricamente la collocazione in una eventuale giunta a guida Presta, di suoi uomini in giunta.
Presta è stato chiaro, non cede a lottizzazioni. Non vuole neanche sentirne parlare. Per cui su questo non si contratta. Devono rassegnarsi i fiduciari di Carlo che sicuramente saranno collocati altrove. Bisogna accontentarsi in tempi di riposizionamenti politici. La fila è lunga. E i posti sono pochi.
Carlo lo sa che per quanto è stato bravo a giocarsela fino all’ultimo secondo, pari quasi al suo mentore Nicola, non può tirare la corda più di tanto. Pena un calcio in culo e buona giornata. La sua bella figura l’ha fatta, e la sua battaglia l’ha vinta. Certo, non può accontentare tutti, anche perché prima degli amici e dei compagni viene lui stesso, ma questo non è un problema: saprà come accontentare i delusi.
Oggi il ministro lo presenterà ai pezzotti nazionali, tesserà le sue lodi a Renzi, e si vanterà della sua affidabilità e della sua fedeltà. Dirà che è l’unico su cui si può fare affidamento. Lo farà sentire un star, e questo basterà a Carletto per entrare definitivamente e per un bel po’ nel firmamento che conta del PD.
GdD