Ci siamo, domani il PD entra nel vivo della discussione politica tanto attesa dai suoi tesserati.
L’ordine del giorno della riunione organizzata presso la sede del PD a Lamezia domani 8 gennaio alle ore 15,00 è: elezioni amministrative a Cosenza e Crotone.
Ad organizzare l’incontro è stato quel fessacchiotto di Magorno. Che per l’occasione poi tanto fessacchiotto non è stato. Infatti ha preteso da Renzi che alla riunione fossero presenti senza se e senza ma Minniti (che io stimo, rispetto e ammiro, e a cui voglio tanto bene e auguro solo bene, pace e amore. Scusatemi la parentesi ma quando si parla o si scrive di Minniti, è sempre meglio fare qualche slinguazzata, io ci voglio la pace) e Oliverio, a dargli man forte.
Perché, a quanto pare, dovranno far cuddrari qualche pinnulu all’assemblea. Il tempo delle attese e dei tatticismi è finito. Bisogna sciogliere le riserve, non fosse altro perché il tempo stringe e la macchina organizzativa delle propaganda deve assolutamente partire.
Il ritardo è già notevole. Il nodo da sciogliere è: primarie si, primarie no.
A puntarci sulle primarie sono veramente in pochi dentro al PD. Su tutti Marco Ambrogio, il volto giovane del PD cosentino. Rottamatore a nonna. Renziano per convenienza. E oppositore di Occhiuto ad orologeria.
A dire il vero la sua è solo una richiesta, quelle delle primarie, per fare immagine. Per darsi il tocco di democratico di nuova generazione, quello che non prescinde dalla volontà popolare. Quello che ci tiene a far esprimere gli iscritti. Tutta una giobba.
Marco Ambrogio sa benissimo che non può competere con le forti lobby del PD locale, e le primarie, in questa ottica, potrebbero essere un assist proprio alle varie Madame Fifì che coalizzandosi con un Paolini qualsiasi, potrebbero creare non pochi problemi. E azzerare tutto il lavoro di Renzi fin qui fatto per mettere a tacere questi potentati locali che hanno rotto le palle.
E poi, Marco Ambrogio, c’è già ‘ncappatu con le primarie, non ha nessuna possibilità di vincerle, a meno che, localmente, non recuperi un rapporto trasversale con Franco Ambrogio che sottobanco potrebbe muoversi per apparare tra lui e Madame Fifì, nonostante i paccheri con Damiano Covelli.

Del resto, anche se oggi a chiacchiere fanno finta di essere nemici, giova ricordare che Marco è stato assessore del cardinale Franco. Ma non so se il cardinale Franco abbia voglia di spendersi in questa storia.
E’ solo una ipotesi che formulo che scaturisce dall’ambiguità con cui si muove Marco Ambrogio. E non è peregrina prenderla in considerazione, anche solo per un istante. Sono sicuro che resterà fantapolitica. Perché non conviene a Marco Ambrogio armare questa tarantella realmente, perché sa già quello che deve fare e dire.
Come comportarsi gli è stato già detto di suoi referenti romani. Ma lui comunque deve fare vedere che si muove. Perciò lasciamolo parlare tanto non è diverso dal resto della truppa.
Magorno, di sicuro, dopo una introduzione filosofica, forte della presenza di Oliverio e Minniti (che io stimo e rispetto) che hanno avuto mandato da Roma di assisterlo, porrà tre quesititi all’assemblea: o tiriamo fuori un candidato unitario – che potrebbe essere il famoso candidato segreto di cui abbiamo già scritto – , se questo non c’è facciamo le primarie, oppure ci accodiamo al candidato Presta, suggerito da Renzi.
Da queste domande non si scappa. L’assemblea è chiamata a prendere una decisione su questo. Il compito di Magorno è quello di intortarsi con la sua solita retorica l’assemblea e i giornalisti, per far vedere che nel partito si discute democraticamente, ma in realtà tocca a lui farsi latore delle volontà e delle decisioni romane sul candidato a sindaco a Cosenza del PD.
Ecco perché Magorno ha preteso la presenza di Minniti (al quale io mi sento legato sentimentalmente), perchè mentre lui blatera dal pulpito, Marco è incaricato da Renzi di organizzare le truppe.
Infatti come si muove Marco (che io venero) sia nei capannelli che dietro le quinte, nessuno. Anche Oliverio ha un compito ben preciso assegnatogli da Renzi e lui, da lecchino e uomo senza dignità qual è , subito si è prestato. Il compito è quello di rassicurare l’assemblea che la scelta migliore è quella che suggerisce il segretario. E deve anche dire apertamente che lui sta con Renzi. Pena lo scaricaggio politico all’indomani dell’operazione della procura antimafia di Reggio sul voto di scambio in cui sono coinvolti diversi consiglieri regionali della maggioranza.
Quel fessacchiotto di Magorno a questo punto, con le spalle pesantemente coperte, potrà lanciare la sua proposta (che è quella di Renzi): esiste già un candidato che è Lucio Presta, ha molte possibilità ed è una personalità che sta fuori dai partiti. L’uomo giusto al momento giusto.
Altro che Franz Caruso (ma ‘ppeppiaciri), dirà Magorno. E’ tutto bello e pronto, quindi, che senso ha continuare a litigarci tra di noi? Prendiamoci a questo Presta che di sicuro vincerà, e chiudiamo qui la partita. Concluderà Magorno.
A questo punto all’assemblea totalmente intortata, non resterà altro da fare che ratificare le parole del segretario. A meno che qualcuno non tiri fuori dal cilindro il candidato segreto unitario. Con buona pace di Madame Fifì che alla fine si adeguerà dopo aver contrattato con Marco (al quale mi rivolgo sempre con rispetto e con la mia faccia sotto i suoi piedi) il suo tornaconto.
Fatto questo, con un candidato ufficiale, cioè Presta, il PD potrà iniziare la campagna elettorale iniziando con lo sfiduciare Occhiuto, e pare che in consiglio le firme siano già 15, ne manca una. E vista a maliparata, non tarderà ad arrivare.
GdD