Cosenza 2016, scocca l’ora di Lucio Presta. Per ora senza Cinghiali

Alla fine il PD è stato costretto a virare su Lucio Presta. Uno scenario che avevamo ampiamente preventivato nelle settimane scorse e che era diventato ormai l’unica strada percorribile, specie dopo il “pasticciaccio” delle dimissioni dei 17 consiglieri che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale. Forzatura grande quanto una casa ma assolutamente necessaria per non incorrere nel rischio dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.

Il manager dei vip lo aveva detto più volte: “Non farò le primarie perché la mia idea di città prescinde dai partiti e punta su un’ampia alleanza civica. Se il PD vuole, può sposare questo progetto ma non sarò certo io ad andare da loro”.

E alla fine è stato proprio il PD ad andare da Presta e dalle sue cinque liste civiche che si richiamano ad “Amocosenza”, il simbolo che campeggerà sulle insegne della campagna elettorale del manager.

I capibastone, da Nicola Adamo&Madame Fifì a Mario Oliverio e a Carlo Guccione, hanno provato fino all’ultimo a traccheggiare e a fare in modo che si arrivasse al fatidico candidato di superamento per favorire o Adamo o Guccione. Ma è andata buca. Ha prevalso la decisione calata dall’alto da Roma, sia pure con mille vicissitudini.

La famiglia Morrone (al servizio del potere in quanto tale) e Giacometto Mancini (che deve pur trovare un posto di lavoro e non si fa problemi per i suoi mille cambi di casacca) porteranno le loro truppe, più o meno cammellate, nello schieramento di Presta. Dove troverà posto anche Italia del Meridione (Orlandino Greco), il Psi di Luigi Incarnato e Franz Caruso e qualche altro peones tipo l’ex senatore Franco Bruno e un altro campione del trasformismo in salsa cosentina e calabrese come Salvatore Magarò.

Mancano all’appello Enzo Paolini e i suoi fedelissimi e i fratelli Gentile, pardon Cinghiale. Dei primi abbiamo già abbondantemente scritto ieri sera. Quanto agli “animali”, pare che non abbiano gradito alcuni alleati che si sono aggregati ma, a differenza dei “paoliniani”, non hanno lasciato il vertice di ieri sera. Dunque, potrebbero essere “recuperabili”.

Se possiamo dare un consiglio a Presta, eviteremmo di coinvolgerli perché è già molto lungo l’elenco di “impresentabili” di questa alleanza. E poi, i cinghiali, hanno mille risorse e non faticheranno molto a trovare un altro candidato. Se non dovesse essere Paolini, vi ricordiamo che c’è sempre il candidato mascherato dei Cinquestelle, che risponderebbe perfettamente alle esigenze cinghialesche ed è stato sdoganato da Morra, da sempre vicino ai Gentile.

In molti ci chiedono di sapere qualcosa di pìù di Lucio Presta.

Cinquantasei anni, cosentino della Riforma emigrato presto per inseguire il suo sogno di entrare nel mondo dello spettacolo, prima ha fatto il ballerino (senza molta fortuna) e poi si è riscoperto manager dei vip approdando alla gloria e… alla ricchezza.

Ormai lo chiamano “il signor Rai”, quasi a testimoniare che il palinsesto è… cosa sua. Dicono che sia molto vicino a Renzi (e qualcosa di vero ci dev’essere se oggi anche il PD vira su di lui) e che abbia scritto, sotto sotto, la riforma della Rai.

L’idea di fare qualcosa per Cosenza risale ormai a 7-8 anni fa quando ha lanciato la sua associazione “Amocosenza” legandola anche all’attività del Teatro dell’Acquario. Adesso si è materializzata.

Tra i suoi assistiti, la moglie Paola Perego (alla quale consigliamo di andare a chiedere scusa a Padre Fedele per averlo “massacrato” quando era a Mediaset), Paolo Bonolis, Lorella Cuccarini, Antonella Clerici, Gianni Morandi, Roberto Benigni, Michele Santoro, Simona Ventura, Amadeus, Belen Rodriguez… e tanti altri.