Cosenza 2021. Franz, la paranza e la spartizione del bottino

È ufficiale: da oggi si apre per la città di Cosenza l’era di Franz. Il nuovo (si fa per dire) sindaco della città dopo la cerimonia di rito e il discorso d’insediamento, ha subito occupato la poltrona più importante di palazzo dei Bruzi situata nell’ufficio che fu di Mario Occhiuto, come a dire: non c’è tempo da perdere, dobbiamo metterci subito al lavoro per risolvere le tante emergenze che attanagliano la città.

Parte con la solita retorica politico/istituzionale l’azione amministrativa di Franz che, come da “prassi”, si dice pronto ad affrontare anche l’impossibile per amore della città, così come fece il suo predecessore Occhiuto, che come tutti sanno, oltre a sistemare i suoi debiti, non ha portato, in 10 anni, nessun “utile” per i cittadini e, vista “a mali cumpagnia” di cui si circonda Franz, c’è da scommetterci che anche questa “nuova” amministrazione farà lo stesso. Non vogliamo fasciarci la testa prima di rompercela, ma le premesse politiche (anche qui si fa per dire, più che “premesse politiche” si tratta di veri e propri accordi, per la spartizione del “bottino”, di esclusiva natura economica) legate all’elezione di Franz, frutto di un accordo trasversale tra le solite famiglie massopolitiche calabresi, non lasciano sperare altro. Franz prima ancora che i cittadini dovrà “accontentare” i tanti cani all’osso che reclamano postazioni di potere in virtù del sostegno dato. Sarà costretto, come nella migliore tradizione della politica intrallazzona italiana, a ricorrere, per la formazione della giunta, al vecchio ma sempre efficace “strumento” della lottizzazione politica/economica del potere. Il che la dice lunga sull’autonomia politica di Franz.

Il nuovo sindaco, che ha portato il socialismo a Cosenza, non potrà scegliere i suoi collaboratori sulla base delle competenze, dell’onestà e dell’autorevolezza sociale e politica, sarà costretto a circondarsi da incompetenti (imposti dai marpioni politici che l’hanno sostenuto da “dietro le quinte”) che hanno un solo scopo: fare gli interessi degli amici degli amici e se rimane qualche “muddrica”, distribuirla al popolo bue. E non ci vuole molto a capire che finirà così, e non perchè siamo uccelli del malaugurio, o perché abbiamo a guaddrera, ma perché consociamo la disonestà e la voracità dei soci di maggioranza della poltrona di Franz.

Le “reputazioni politiche” di personaggi come Nicola Adamo e consorte Madame Fifì, o quella di Luigi Incarnato, non hanno bisogno di “presentazioni”. Per non parlare di quel parassita sociale di Damiano Covelli che neanche lui sa quanti stipendi prende da una vita senza mai fare un solo giorno di lavoro. Vivono da sempre di denaro pubblico, e le uniche azioni politiche (si fa sempre per dire) di cui si possono vantare sono quelle messe in pratica per far crescere, a spese dei caggi, i loro conti correnti. Sfidiamo chiunque a dirci una sola “opera pubblica” da loro costruita in tanti anni di politica, per il bene dei cittadini. Nessuna. E la domanda sorge spontanea: perché Nicola Adamo e Madame Fifì questa volta, visto che non l’hanno mai fatto, dovrebbero dedicare il loro tempo e rinunciare ai facili guadagni, per amore della città e dei cittadini? Una redenzione è possibile, ci mancherebbe, ma questa è gente che difficilmente si redime, sono abituati alla bella vita che solo il denaro pubblico può garantirgli, e mai rinuncerebbero a questo privilegio.

Sarà questa la vera sfida di Franz (già persa in partenza). Dovrà dimostrare con i fatti e le nomine, la lontananza da certe logiche clientelari che i suoi soci in affari vorrebbero continuare a mettere in pratica, in perfetta continuità con il suo predecessore Occhiuto. Questo è, e questo sarà. Amen.