Cosenza, a quest’ora il questore in questura c’è o non c’è?

Non si era mai visto prima d’ora che per una tentata rapina il questore convocasse una conferenza stampa per illustrare l’arresto di due presunti rapinatori. In genere, in altre questure, anche meno indaffarate della nostra, questo genere di arresti rientra nella “normale amministrazione”, e nessuno si sognerebbe mai di farci sopra una conferenza stampa.

Ma il nostro questore, vista la penuria di arresti e l’alto numero di reati che giornalmente si consumano in città, ha bisogno di un po’ di visibilità e soprattutto deve dare l’immagine di una questura efficiente e pronta all’intervento. Ed oggi non ha perso l’occasione per esibire, alla stampa convenuta, gli scalpi degli arrestati. Nonostante la realtà dica altro.

La verità è che da quando Liguori guida la questura di Cosenza il crimine sguazza.

Non lo prendono sul serio, forse per via della somiglianza con Alfonso Signorini. Non intimorisce nessuno. Al massimo, pensa un malvivente, se ti becca Signorini, te la cavi con una sgridata. Sempre che ti becchi. Perché qui sta il punto: il questore non becca nessuno. E quella volta che gli capita, non certo per prevenzione studiata, lo grida ai 4 venti.

A dirci che l’odierno questore, che tanto somiglia ad Alfonso Signorini, nel suo ufficio ci sta sulu ppe mazzu i scupa, sono i freddi ed insindacabili numeri.

I furti negli appartamenti non si contano più. I cavalli di ritorno sono all’ordine del giorno. Ancora non ci ha detto chi e perché ha incendiato le auto del sindaco Manna, dell’architetto Cundari e di altri cittadini e imprenditori. Per non parlare degli incendi avvenuti ultimamente di qua e di là. Lo strozzo dilaga. Banditi senza scrupoli sguazzano felici entrando ed uscendo dalle camere da letto degli appartamenti con i proprietari dentro. Se a questo aggiungiamo anche le 10 rapine degli ultimi 30 giorni, e sparatorie varie, capite tutti che la situazione è fuori controllo.

E questo è solo quello che riguarda ciò che è successo, tutto rimasto, ovviamente, senza un colpevole. Perché se guardiamo pure l’attività di prevenzione dei reati e la “promozione” di investigazioni contro la corruzione, che il questore avrebbe dovuto mettere in piedi, non ci resta che piangere. Nessuna attività investigativa sulla ‘ndrangheta e le sue “amicizie”. Per lui i corrotti a Cosenza non esistono. Niente di niente. Come passa le sue giornate lavorative non si capisce. Cosa fa tutto il giorno è un mistero.

Del resto come dice Signorini: “piuttosto che passare il tempo malamente (a rincorrere i ladri, aggiungiamo noi), preferisco passarlo bene, lontano dal lavoro (e dall’ufficio aggiungiamo sempre noi), come piace a me… senza problemi”.

Viatattia.