Cosenza, alla città degli intrallazzi dobbiamo opporre quella dei diritti sociali

dalla pagina FB di Ferdinando Gentile

A Cosenza è ormai usuale che il Comune non paghi i propri dipendenti.
Addirittura assistenti sociali, educatori e vigili urbani sono costretti a duri comunicati, scioperi e all’intervento di sindacati e Prefetto per vedersi riconosciuti gli stipendi per i quali hanno lavorato con impegno, professionalità e sottraendo tempo ai propri cari. È incredibile come ci si sia quasi assuefatti a questa indegna situazione.

L’organizzazione del settore welfare cittadino fa acqua da tutte le parti. Tanti giovani competenti lavorano tra mille difficoltà, a partita IVA e senza certezze sul proprio futuro, sottostando alla volontà di dirigenti senza capacità specifiche che ormai si alternano continuamente.

È possibile svolgere un lavoro così delicato, a stretto rapporto con i più fragili, in queste condizioni ?
L’idea, il progetto di welfare comunale e regionale qual è ?
Ripensare e organizzare le politiche cittadine di protezione sociale, insieme ai tanti professionisti che operano all’Unical e alle realtà sociali cittadine, è più che mai urgente.
Alla città del cemento, delle inutili grandi opere e degli intrallazzi dobbiamo opporre quella dei diritti sociali.