Cosenza, anni ’80. Norman, playboy di provincia e noi ragazzi eroi per un giorno (di Franco Panno)

di Franco Panno

Anni ’80, erano gli anni in cui la Metropoli era da bere, e la Provincia da sorseggiare.
Ognuno aveva i suoi eroi.
Norman, bellissimo e irrequieto, era un Guascone di Provincia.
Connotabile per la sua somiglianza con David Bowie, di cui era fan, anche se al Duka lo sovrastava di buoni dieci centimetri, e per il suo Toyota rosso, sempre colmo di ragazze inarrivabili, per noi che in materia non eravamo da simposio.
Era brillante Norman, battuta pronta, fascino asburgico, modi d’altri tempi, retaggio nobiliare, la sua Famiglia era una delle più prestigiose, vissuta alla corte dei Reali di Spagna.
A lui mi legava una simpatia istintiva, trasformatasi poi in affetto fraterno.
Ascoltavamo, noi che vivevamo negli anfratti, i suoi racconti.
Lo faceva con classe, senza proferire mai il nome delle tante ragazze che erano cadute al suo fascino irresistibile.
Ci sentivamo, noi ragazzi che avevamo più di un problema con le pulzelle che invano corteggiavamo, in qualche modo partecipi.
Era, Norman, il nostro angelo vendicatore.

Ma aveva le sue malinconie quel ragazzo che sembrava uscito dalle copertine di Variety.
Ogni tanto, tra un anice e un altro, confessava la sua tristezza, dovuta per lo più al fatto che avrebbe potuto giocare una partita diversa, se fosse andato via.
Mi ricordava, in quei momenti, Bill, il pianista di Piano Man, che confida al musicista che gli sarebbe piaciuto fare del Cinema, se solo avesse trovato il modo di andarsene.
Raccontavo questo a Norman, e come per Bill il sorriso sfumava a metà.
Un eroe di Provincia, che a distanza di anni, gli anni passano per tutti, il tempo non ha sfigurato.
Come la sua inquietudine, quell’essere a tutti i costi e non per narcisismo, ma per sete di vita.
Passa spesso Norman, è sempre una bella occasione incontrarlo.
Grazie a lui, anche noi, ragazzi di provincia, timidi e impacciati ci siamo sentiti eroi per un
giorno.

Heroes, David Bowie

Buongiorno