Cosenza, cade la “cupola” dell’Asp: divieto di dimora per Mauro, Magnelli e Lauricella

E alla fine Raffaele Mauro, ex direttore generale dell’Asp di Cosenza, meglio conosciuto dai lettori di Iacchite’ col nomignolo di “Faccia di plastica”, pezzo grosso della massoneria, è caduto addirittura nella “tagliola” del Gattopardo. Il procuratore Spagnuolo stamattina ha chiesto e ottenuto dal Gip del Tribunale di Cosenza la misura cautelare del divieto di dimora in Calabria per Mauro, accusato di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio per le questioni riguardanti il bilancio dell’Asp di Cosenza, la progressione delle carriere e l’indebitamento della stessa Azienda sanitaria provinciale. Mauro ha diretto l’Asp di Cosenza in un crescendo di nefandezze – che partivano addirittura dalla sua “depressione cronica” grazie alla quale ha vinto una causa di servizio – dal 2016 al 2019, prima di essere “dimissionato” perché finito nelle inchieste della procura di Salerno con tanto di cimici nel suo ufficio e in quello del suo sodale Mario Santoro, per gli amici “zio Mario”.

Ma insieme a Mauro nella lista di coloro che sono stati sottoposti al divieto di dimora ci sono altri “pezzi da novanta” del sistema di corruzione targato Asp Cosenza, una sorta di “cupola” bella e buona di potere massomafioso. A partire da Remigio Magnelli, alias Fra’ Remigio da Varagine, padrone incontrastato del Dipartimento del Personale e ultimamente nominato addirittura capo dell’amministrazione, evidentemente preso con le mani nella marmellata dopo decenni di reati.

Per continuare con il numero uno dell’Ufficio Legale Giovanni Lauricella, sostituito solo qualche mese fa dopo anni e anni di irregolarità pacchiane e lampanti, con il direttore sanitario Luigi Bruno, con il suo predecessore Francesco Giudiceandrea e con Maria Marano, responsabile per l’Ufficio Protesi.

Risultano indagati anche gli ex commissari della sanità calabrese Massimo Scura e Saverio Cotticelli, l’ex direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Antonio Belcastro e l’ex dirigente Gennaro Sosto.