Non ci crede nessuno. A poco meno di 48 ore dall’annuncio delle molto presunte trattative in corso per la cessione del Cosenza Calcio, il commento è praticamente univoco: nessuno crede a quanto ha comunicato Guarascio con il chiaro intento di placare la piazza. Neanche quelli che più di tutti avevano auspicato il cambio della guardia: “Non la venderà mai!” dicono rassegnati. L’unica speranza per liberarsi dell’uomo che sussurra ai capelloni sarebbe la retrocessione ma ora Guarascio s’è messo in testa che può persino imitare la “Longobarda” anche se non ha Aristoteles e saranno ancora mesi di dura “battaglia” per levargli dalle grinfie la gallina dalle uova d’oro.
Se nell’immediatezza della sua sortita a Palazzo dei Bruzi, con annesso goffo rischio di caduta… dagli scalini (sarà stato ‘u picciu dei cosentini), la tifoseria aveva avuto un moto di soddisfazione, a mente fredda e nelle dissertazioni degli addetti ai lavori è subentrata la rassegnazione anche perché la classe politica cosentina, rappresentata plasticamente da un sindaco senza coglioni e da un presidente del Consiglio che si atteggia a “guappo” ma di cartone, è veramente disarmante.
La presunta volontà di cessione, del resto, come minimo sarebbe decisamente tardiva, arriva dopo un calciomercato inesistente e passa attraverso una mole di debiti imponente che rende impossibile trovare un acquirente serio. Nessuno mai potrebbe prendere una società con oltre 10 milioni di debiti e con un piede in serie C nonostante la risicata vittoria di ieri che non ha entusiasmato manco… la Scalise, tanto per fare un po’ di ironia.
In caso di retrocessione ci sarebbe il paracadute per le squadre che lasciano la cadetteria, d’accordo, ma si tratta al massimo di 1 milione e mezzo e non coprirebbe praticamente nulla del debito. E anche cedendo i pezzi migliori della squadra di “scappati di casa” che si ritrova, mai e poi mai si riuscirebbe ad arrivare ad una situazione abbordabile per provare a giocare un campionato dignitoso. No, proprio non si vede come faccia un imprenditore con appena un po’ di cervello a comprare una società che è passata dalle mani di Gargamella.
Lo capiscono tutti che per una cordata di imprenditori interessata davvero al Cosenza Calcio la soluzione migliore sarebbe quella di ripartire dalla Serie D senza debiti e soprattutto senza Gargamella. Se davvero il patron avesse voluto o potuto cedere (perché nel conto corrente del Cosenza ci sono sospetti fondati di autoriciclaggio, ormai l’hanno capito tutti), lo avrebbe fatto prima: adesso non ha più senso. O si salva e continua il calvario o retrocede e se ne va a calci nel culo ma con il solito triste epilogo che a Cosenza conosciamo fin troppo bene, visto che si tratterebbe del quarto fallimento in 22 anni.
Intanto, al termine della partita di ieri, Guarascio, che con una facciatosta senza confini e con il supporto dei suoi amici poliziotti, se n’è stato al suo solito posto al “Marulla”, è stato persino capace di cinguettare qualche dolce parola al microfono di una cronista che giustamente gli chiedeva che cosa pensasse. E lui, l’uomo che sussurra ai capelloni: “Siamo felici… Credo nella salvezza”. Beh, non c’è niente da fare: questo soggetto non mollerà mai e l’unica speranza che resta ai cosentini è quella di… retrocedere per liberarsi di lui. Da oggi non chiamatelo più Guarascio, chiamatelo “GuarAllah”, così come lo hanno dipinto sulla fanzine della Curva Sud facendo il verso alle voci sui faccendieri cosentini travestiti da “fondo arabo” che hanno provato a metterlo in difficoltà. Chissà, forse il buon Dio vedendolo vestito da arabo e “convertito” all’Islam si incazzerà davvero e interverrà con la sua mano per porre fine a questa invereconda agonia del nostro caro Vecchio Lupo nelle mani di un insopportabile mago che crede di avere a che fare con una marea di Puffi.