Cosenza: caro Gratteri, ecco come trovare le prove contro Occhiuto

Una delle scuse più usate da Gratteri per giustificare il suo mancato intervento nei confronti dell’onnipresente masso/mafia nella pubblica amministrazione è quella di dire che è difficile provare l’avvenuto “scambio di favori” tra l’imprenditore mafioso che riceve l’affidamento diretto illegale e il politico (sindaco, assessore, consigliere) massone e colluso che lo concede. E giù con la solita solfa: manca una Legge ad hoc, non c’è il personale, sopprimiamo la Dia e via dicendo. Gratteri è tale e quale ad Occhiuto: le sue inefficienze, le sue responsabilità, e i suoi insabbiamenti, non dipendono mai da lui, la colpa è sempre di qualcun altro. Lui vorrebbe fare tanto per la Calabria, ma c’è sempre qualcuno o qualcosa che glielo impedisce. Quasi tre anni alla guida della procura antimafia più importante di Italia e di risultati concreti, contro chi deruba giorno dopo giorno, nell’impunità totale e con metodi mafiosi, la pubblica amministrazione, manco l’ombra. Niente di niente, nisba. Solo chiacchiere su chiacchiere e presentazioni di libri.

E a questo punto la domanda sorge spontanea: allora come fanno le altre procure – che di operazioni contro la corruzione e il ladrocinio nella pubblica amministrazione ne hanno promosse e portate a termine tante, una su tutte: la procura di Paola guidata dal dottor Bruni –  ad arrestare sindaci, assessori e politici corrotti?

E ancora: come fanno le altre procure a provare quello che per Gratteri è impossibile provare, ovvero il “do ut des”? Facile, fanno il loro lavoro con coscienza e senza farsi condizionare dalla politica, mettendo in campo l’apparato investigativo a loro disposizione.

Un esempio: l’arresto del sindaco di Fuscaldo, del dirigente Fernandez, e degli imprenditori amici, è frutto di un serio e capillare lavoro investigativo. Gli arrestati sono stati seguiti, pedinati, intercettati, ed è stato facile scoprire dove stava il tornaconto del sindaco e del dirigente nel concedere i lavori agli imprenditori amici in maniera illecita: assunzioni di amici, lavori di ristrutturazione di beni immobili riconducibili al dirigente, acquisto di beni, e regalie varie. A dirlo sono gli stessi arrestati nelle intercettazioni. Con prove di questo tipo è stato facile avviare l’operazione, non ci vuole mica Sherlock Holmes. Basta fare il proprio lavoro.

E poi a guardare l’operazione della procura di Paola, un’altra domanda sorge spontanea: tra gli arrestati c’è il dirigente Fernandez che, oltre a prestare servizio al comune di Fuscaldo, presta servizio anche al Comune di Cosenza, insieme alle ditte amiche che operano, come abbiamo più volte scritto, soprattutto a Cosenza. Possibile che il dirigente Fernandez e le ditte amiche operavano illecitamente solo a Fuscaldo? E’ chiaro che no. Fernandez quello che faceva a Fuscaldo, lo faceva anche a Cosenza, e la prova sta nelle determine che più volte abbiamo pubblicato, come sa bene la Manzini che di appalti spezzatino è oramai una esperta. Infatti i lavori illeciti contestati a Fernandez e alle ditte amiche, Perri e Mirabelli, sono a Cosenza: il rifacimento di piazza Campanella e i lavori di efficientamento energetico al teatro Rendano. Eppure questi appalti li avevamo segnalati più volte alle autorità, ma nessuno se ne era mai preoccupato. Fino all’arrivo del dottor Bruni della procura di Paola.

Alla luce di questo, ci permettiamo di dare un consiglio a Gratteri su come si conduce una indagine sui politici corrotti, così può definitivamente risolvere il suo problema: come trovare le prove contro i politici collusi.

Prendiamo ad esempio il sindaco Occhiuto: per capire se è corrotto oppure no, per capire se è stato complice oppure no delle oramai note ruberie alle casse comunali, per capire se è colluso con i mafiosi oppure no, basta fare una piccola ma intensa indagine patrimoniale sulla sua persona, e la sua innocenza o colpevolezza è presto detta.

Se per esempio i finanzieri, incaricati di fare il proprio mestiere, riscontrano una situazione economica debitoria di una ventina di milioni di euro, a seguito dei fallimenti di almeno 19 società riconducibili al sindaco Occhiuto, avvenuti nel corso della sua vita professionale, ed oggi quei debiti risultano dimezzati o addirittura spariti, basta fargli una semplice domanda: signor Occhiuto, come ha fatto a pagare i suoi debiti, visto che l’unico lavoro che svolge è quello del sindaco?

Una domanda che deve avere per forza una risposta. Da qui non si scappa, e dalla sua risposta sarà facile ricostruire tutti i suoi movimenti. Non è difficile. E non serve nemmeno impegnare personale per pedinare, intercettare, seguire, fotografare e filmare. Basta convocarlo per un interrogatorio e mettere tutto nero su bianco. E la verità non tarderà a venire fuori.

Come vedi Grattè, basta poco, basta avere la coscienza a posto e la voglia di fare il proprio lavoro fino in fondo.