Cosenza-Catanzaro. I derby degli anni ’60: lo show dell’arbitro Lo Bello e l’ultima vittoria rossoblù in B firmata Campanini

GLI ANNI SESSANTA

All’alba degli anni Sessanta rossoblù e giallorossi si ritrovano in serie B. Il Cosenza di Zsengeller è reduce da una promozione inseguita vanamente per dodici lunghi anni con tanto di spareggi persi e testa a testa sfortunati, l’ultimo dei quali proprio contro i cugini due anni prima. Il Catanzaro di Arcari gioca il suo terzo campionato consecutivo nella cadetteria e inizia a coltivare qualche timida ambizione.

Al “Morrone” il primo ottobre 1961 va in scena il solito spettacolo di folla. E, così come nel 1958, il risultato non si schioda dallo 0-0 iniziale. Non a caso i migliori in campo saranno proprio due difensori, il giallorosso Errichiello e il rossoblù Orlando. Poche le emozioni e tanto l’agonismo. Qualità di gioco neanche a parlarne. Troppo alta la posta in palio e troppo grande la paura di perdere davanti ai propri tifosi.

Nella stagione successiva si replica. Al “Militare” un gol di Zavaglio piega i Lupi, che comunque sono protagonisti di un brillante inizio di campionato, fondamentale per mettere fieno in cascina ed evitare sempre possibili brutte sorprese.

Alla guida del Cosenza c’è Todeschini, che l’anno prima ha sostituito Zsengeller e, in qualche modo, ha centrato l’obiettivo della salvezza. La “vecchia guardia” è rappresentata dal centromediano Federici e dal bomber livornese Agide Lenzi, tra i nuovi il più in palla è senza dubbio il fantasista Marmiroli che fa innamorare i cosentini con le sue leggendarie serpentine.

Il Catanzaro di Remondini va assumendo sempre più la fisionomia di una squadra di categoria. In avanti gioca un certo Osvaldo Bagnoli, il milanese che vent’anni dopo, da allenatore, vincerà lo scudetto con una provinciale, il Verona. Ma emergono anche talenti di grido come Mecozzi e Maccacaro, che solo qualche anno più tardi saranno i protagonisti massimi di quel Catanzaro che, nonostante giochi in serie B, arriverà addirittura alla finale della Coppa Italia contro la Fiorentina.

Il derby di ritorno al “Morrone” si gioca il 7 aprile 1963. Il Cosenza schiera: Dinelli, Fontana, Baston, Ippolito, Federici, Millea, Marmiroli, Bacci, Lenzi, Rumignani, Brognoli. Il Catanzaro risponde con: Bertossi, Nardin, Micelli, Tulissi, Errichiello, Mecozzi, Bagnoli, Maccacaro, Zavaglio, Sardei, Vanini. Arbitra il signor Concetto Lo Bello di Siracusa, che sta per diventare il direttore di gara più bravo d’Italia e si fa le ossa anche dirigendo derby infuocati come quello tra Cosenza e Catanzaro.

“Una giornata memorabile per il calcio calabrese – scrive Angelo Manna su “Il Mattino” -. Due soli nei: la pioggia e le due reti, due autentici infortuni, due brutte tele tipo “nouvelle vague” (un’opinione del tutto personale…, ndr) in una cornice che meritava almeno un paio di Caravaggio… Ottomila spettatori, tifo infernale, gagliardetti giallorossi sugli spalti di destra e bandieroni tipo lenzuoli a due piazze rossoblù su quelli a sinistra… Quaranta giornalisti accreditati, oltre duecento “portoghesi” in tribuna stampa… Arbitra Lo Bello di Siracusa, dal fischietto principesco…”.

Già, Lo Bello. La giacchetta nera siciliana si erge subito a protagonista della gara negando un calcio di rigore al Catanzaro dopo appena venti secondi dal fischio d’inizio. Bacci stende Zavaglio e l’arbitro chiude entrambi gli occhi ingraziandosi il favore del pubblico di casa… La gara si decide nella ripresa. Al 7’ Dinelli e Baston si impaperano clamorosamente a vicenda e consentono a Vanini un gol facile facile. I tifosi giallorossi scandiscono ritmicamente il nome del marcatore: Va-ni-ni, Va-ni-ni… E i tifosi cosentini, che non si smentiscono mai, gridano ven-du-ti ven-du-ti all’indirizzo dei propri giocatori… Ma per fortuna, al 14’, la partita torna sui binari dell’equilibrio. Bacci su punizione serve il terzino Fontana che tira fortissimo ed è aiutato da una provvidenziale deviazione della difesa avversaria che si rivelerà fatale per il portiere Bertossi. Uno a uno e tutti contenti. Anche l’arbitro Lo Bello, che nel corso della gara non aveva perso occasione per dimostrarsi come si diceva una volta “casalingo”. A fine torneo entrambe le squadre si salveranno senza troppi patemi.

Musica completamente diversa nella stagione 1963-64. Il Cosenza incappa nella classica annata storta ed è costretto già dalle prime giornate nei bassifondi della classifica, il Catanzaro naviga nei quartieri medio alti. Il derby al “Morrone” si gioca il 10 maggio 1964 quando i rossoblù non hanno alternative alla vittoria e le aquile sono relativamente tranquille. Questa volta si gioca sotto un sole cocente, che porterà bene alla squadra di Todeschini. Finirà 2-1 per i padroni di casa. Apre le marcature per il Cosenza Meregalli su rigore al 23’. Dopo appena due minuti raddoppia quel Renato Campanini che successivamente diventerà una delle bandiere della nostra squadra del cuore. Nella ripresa accorcerà le distanze Bagnoli.