Cosenza, centro storico e demolizioni: il nervosismo di Occhiuto e del suo cerchio magico

Foto di ERCOLE SCORZA

Il sindaco di Cosenza ha capito che, con le demolizioni selvagge del centro storico, l’ha combinata grossa e che sarà un problema uscirne, come al solito, indenne, tenuto conto dell’interrogazione parlamentare e dell’appello firmato da una Sinistra finalmente unita.

Ha già provato con le armi di distrazione di massa come scrivere uno sconclusionato e sgrammaticato articolo in cui attribuisce la colpa delle condizioni in cui versa il centro storico di Cosenza alle leggi, addirittura ad una legge del 1942, che gli impediscono di fare quello che ha appena fatto, devastare il centro storico demolendo quello che non piace a lui: questo sì, questo no, quest’altro domani.

Vorrebbe fare come fece Mussolini che, dittatorialmente, per costruire le auto-celebrative Via dei Fori Imperiali e via della Conciliazione, fece radere al suolo interi quartieri medioevali e rinascimentali. Si legittima, in tal modo, una linea diretta dunque: ALARICO-MUSSOLINI-OCCHIUTO.

Al Nostro, non piacciono le leggi che negli ultimi decenni hanno tutelato, e tutelano, il patrimonio culturale e, soprattutto, non deve piacere per nulla il disegno di legge che inasprisce le pene per i danni arrecati ai Beni culturali. Il sindaco-architetto, delegato dell’Anci, rischierebbe -secondo il disegno di legge “Disposizioni in materia di delitti contro il patrimonio culturale” approvato, nei giorni scorsi, dalla Camera che inserisce nel Codice Penale il titolo VIII-bis, definito “Dei delitti contro il patrimonio culturale”- la reclusione da 10 a 18 anni per il reato di devastazione e saccheggio di beni culturali o, in subordine, da 1 a 5 anni per di danneggiamento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici.

Foto di ERCOLE SCORZA

Il disegno di legge dice anche che si elevano ad autonome fattispecie speciali – delitti di distruzione, danneggiamento nonché di deturpamento o imbrattamento di beni culturali o paesaggistici – le condotte oggi punite dal codice penale (in base alla legge Veltroni n. 352 del 1997) come mere aggravanti al danneggiamento e deturpamento (artt. 635 e 639 c.p.), quando abbiano ad oggetto beni culturali, o come mere contravvenzioni (art. 733 c.p.: Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale; art. 734 c.p.: Distruzione o deturpamento di bellezze naturali), con raddoppio delle pene (da 1 a 5 anni, mentre oggi si va da 6 mesi a 3 anni e, per la contravvenzione di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale c’è l’arresto fino a 1 anno o l’ammenda non inferiore a euro 2.065).

Si prevede, inoltre, la punibilità anche a titolo di colpa e la procedibilità d’ufficio, nonché viene prevista una nuova aggravante (con aumento della pena da un terzo alla metà) per il delitto di devastazione e saccheggio, se ha ad oggetto beni culturali, musei, aree archeologiche, come quello compiuto ai danni del nostro centro storico.

Vi spiegate, dunque, il nervosismo che serpeggia, proprio a questo proposito, fra i supporter a pagamento dell’Amministrazione comunale che hanno chiesto a gran voce la chiusura della risibile pagina FB “Il senso del tempo…” che era filo-occhiutana, ma che, dopo il voltafaccia della metropolitana leggera e le demolizioni selvagge, inizia a manifestare qualche malumore?

Quello che non ci spieghiamo è come mai l’ex senatore Massimo Veltri e l’ex onorevole Paolo Palma -animatori sia della succitata pagina FB, sia dell’associazione “Prima che tutto crolli”- abbiano offerto una sponda all’Amministrazione di Cosenza accogliendola, due giorni fa, fra gli aderenti alla loro iniziativa che vorrebbe salvaguardare proprio i centri storici che il sindaco-architetto demolisce impunemente. Misteri, impenetrabili, di questa città!