Il mio amico Stefano mi ha inviato questa copertina di Tam Tam e segnali di fumo il 5 febbraio scorso su Messenger. Non la rivedevo da anni e anni e ho sentito istintivamente un tuffo al cuore. Quasi a presagire che qualcosa non andava. La mia risposta all’amico Stefano era stata “Bei tempi”. Sì, erano veramente bei tempi. C’è la data su quella copertina: 15 novembre 1998. L’idea era venuta a Claudio perché a Cosenza c’era un gran casino successivo alla cessione improvvisa di Stefano Morrone, il nostro capitano, con la squadra seconda in classifica. Salvatore aveva avuto problemi con la polizia in una manifestazione e io… col presidente Pagliuso. E così Claudio aveva pensato di metterci insieme a “volare” sui gradoni della nostra mamma comune, la Curva Sud già intitolata a Denis Bergamini.
Insomma, quella era una copertina “cult” e io e Salvatore stavamo lì sopra non tanto come amici, compagni o ultrà ma proprio come fratelli. Sì, fratelli: certo, gli passavo una decina d’anni ma il rapporto era quello. Sin da quando lui aveva 12 anni e ancora praticamente bambino saliva sui nostri treni speciali delle trasferte nel primo anno della Serie B del Cosenza dei tempi moderni. Il suo scompartimento era quello di Cosenza Vecchia, naturalmente. U lider, Natale, Mazzacana, Totonno: “Non restare chiuso qui…”.
Ma Salvatore non si limitava a stare nel suo scompartimento, già allora volava dappertutto e non lo fermava nessuno e tutti noi più grandi cercavamo di “proteggerlo”. Gli anni Novanta non erano stati facili perché purtroppo la droga brutta, quella pesante, era tornata forte a rovinare la vita di tanti amici, diversi dei quali non ci sono più: Andrea e Silvio su tutti in quegli anni, successivamente anche Ettaruzzo. Salvatore poi era anche incappato insieme a Felice in un violento pestaggio della polizia dopo un Cosenza-Reggina, lo avevano persino mandato in galera. Ma bene o male ne era uscito e all’alba degli anni Duemila a Marsala, in una trasferta del primo anno di Serie D dopo il fallimento, mi era capitato di stare tutto il tempo con lui e con i gemelli in una trasferta allucinante rispetto agli anni della B…
Qualche anno dopo purtroppo era iniziata la sua caduta più disastrosa e in tanti hanno cercato di aiutarlo con tutte le loro forze, soprattutto i compagni di Coessenza, che nel 2008 erano riusciti ad appassionarlo di nuovo alla vita pubblicando le sue bellissime poesie, “Stellose creazioni”.
SALVATORE IL POETA (https://www.iacchite.blog/cosenza-salvatore-lamico-il-compagno-lultra-il-poeta/)
Ma quella voglia di vivere e di creare non era durata molto, anche se spesso Salvatore ci dava concreta dimostrazione che poteva farcela ad uscire da quel maledetto vortice che se lo inghiottiva sempre. Nel 2014 ci arrivò la notizia che lo avevano chiuso all’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto. Sembrava un punto di non ritorno ma superò anche quella nuova caduta in qualche modo. Tuttavia, da allora i segnali di vitalità erano stati sempre più rari e quelli di disagio e di aggressività sempre più frequenti.
Nel 2017 era venuto da noi in redazione e aveva voluto fortemente pubblicare una lettera alla città che era stata ripresa anche da altre testate giornalistiche.
COSENZA, L’APPELLO DI SALVATORE ALLA CITTA’ (https://www.iacchite.blog/cosenza-lappello-salvatore-iaccino-alla-citta-datemi-unaltra-possibilita/)
Ma anche quello era stato un fuoco di paglia. Ci eravamo convinti che non ci fosse più niente da fare ma il fatto che stesse a Villa degli Oleandri in un certo senso ci rassicurava, anche perché in qualche occasione era riuscito persino a passare dalla redazione e sinceramente sembrava che stesse meglio. Nessuno di noi aveva mai creduto che potesse pensare al suicidio ragion per cui dev’essere accaduto qualcosa che non sappiamo ma che faremo di tutto per sapere. Per il momento conserviamo i ricordi più belli che abbiamo di lui. Ma non ci arrendiamo al destino cinico e baro, proprio per niente. (g. c.)