Cosenza, l’appello di Salvatore Iaccino alla città: datemi un’altra possibilità

La lettera che segue è stata scritta da Salvatore Iaccino ed è stato lui stesso a recapitarla alla redazione questa mattina. Noi abbiamo rivisto insieme a lui la sintassi. Ed ordinato i concetti. Quello che segue è solo frutto della sua esposizione scritta e del suo pensiero. Per quanti non lo sapessero Salvatore da tempo si dedica allo studio e alla scrittura e in questi ultimi tempi è migliorato.

Lo so che tante volte nella vita ho sbagliato preso com’ero dalla smania di vivere. E questo mi ha fatto commettere tanti errori sui quali da tempo rifletto. Una riflessione che oggi penso di poter dire sia arrivata alla conclusione: tutto ciò che attiene ad Aciaddru, così come lo conoscete tutti, e per come mi sono comportato, è storia che appartiene al passato. Io non sono più quello di prima.

Ho maturato la giusta consapevolezza per poter dire oggi che mai rifarei ciò che mi ha “caratterizzato” in passato. Tutte le “leggende” su di me appartengono oramai solo ai ricordi. E tali resteranno. Non sono mai stato un violento, checché se ne dica, anche se alcuni miei atteggiamenti spesso hanno fatto intendere il contrario. E di questo mi scuso con coloro i quali non mi sono comportato come si deve. E a loro vorrei dire che quel Salvatore non esiste più da tempo, sia nel mio corpo che nel mio spirito. Mi sento rinnovato, rinato. E questo anche grazie allo studio che da tempo pratico. Ho imparato tanto dai libri. Ed ogni giorno che passa mi accorgo sempre più dell’importanza del sapere, del confronto civile e del bisogno di socialità.

Ho trascorso tanto tempo tra cliniche e reparti psichiatrici, seguendo sempre le indicazioni mediche e senza mai creare problemi. E sono anche consapevole della mia necessità di seguire le cure e le terapie mediche. Penso che sia giunto anche per me il momento di provare a rifarmi una vita. Vorrei avere anche io un’altra possibilità. E’ questo quello che vi chiedo. Vorrei dimostrare a tutti, medici, periti, giudici, amici, parenti e conoscenti che posso farcela. Che posso condurre anche io una vita normale.

Ed è per questo che ho deciso di scrivervi, voglio fare un appello in prima persona: per poter uscire da villa degli Oleandri ho bisogno di seguire un programma di lavoro anche all’interno di qualche associazione di volontariato. Un periodo di messa in prova. Ma purtroppo la mia “fama” mi precede, e spesso la gente ha paura di trovarsi vicino a me. E nessuno si è reso disponibile a darmi questa possibilità. E li capisco. Hanno ragione. Ma è pur vero che se mai qualcuno mi darà questa possibilità non potrò mai dimostrare che l’Aciaddru di un tempo non c’è più. È volato via, lontano, e non tornerà mai più. Grazie.

Salvatore Iaccino