Cosenza, come possono i corrotti giudicare i cittadini?

Per anni abbiamo scritto quello che oggi, sulla magistratura, sta venendo a galla. Corruzione, collusione, compravendita di sentenze, e dossieraggio contro i nemici. Per aver scritto dell’allarmante livello di corruzione raggiunto all’interno del Tribunale di Cosenza, che tutti i cosentini conoscono, siamo stati, non solo “attenzionati” da sbirri corrotti agli ordini di pm ancor più corrotti, ma indagati e denunciati per aver diffamato personaggi come il pm Cozzolino, o il procuratore capo Spagnuolo, e i tanti gip e giudici che da sempre amministrano la “Giustizia”, a Cosenza, nel nome e per conto degli amici degli amici. Non c’è cosa peggiore che essere indagato da un delinquente.

Le prove della corruzione ve le abbiamo presentate più volte: dal sistematico imbosco di ogni denuncia o esposto riguardante i pezzotti masso/mafiosi, all’uso dei pm per promuovere false inchieste sui nemici degli amici degli amici e di tutti i disturbatori del manovratore. Del resto, basta guardare l’attività della procura negli ultimi anni per capire che oltre qualche retata di spacciatori di spinelli e qualche sequestro di depuratori, non è mai andata. Nonostante l’enorme mole di reati contro la pubblica amministrazione che ogni giorno si consumano a Cosenza. E lo dimostrano le decine di esposti, dettagliati, con tanto di carte, e riscontri, presentati in procura da senatori, deputati e normali cittadini, sulla mala gestione delle casse pubbliche, mai presi in considerazione. Più volte abbiamo scritto notizie di reato con tanto di pistola fumante, come ad esempio le famose tende cambiate presso l’ufficio gip, attraverso una determina di somma urgenza (nessuno ha mai spiegato l’urgenza di questo cambio tende, le urgenze sono altre, non certo questa) costate 39 mila euro e pagate due volte, come attestano le fatture presentate nell’esposto alla procura di Cosenza.

E non solo: nel Tribunale sono stati eseguiti lavori di somma urgenza per un totale di 750.000 euro. Pratiche che portano quasi tutte la stessa dicitura: mobili spostati da una stanza all’altra, tinteggiatura di uffici, e cambio lampadine. Per non parlare delle centinaia di determine di affidamenti diretti, prodotte da questa amministrazione per lavori, come la creazione di scivoli a fine marciapiede, e il famigerato “stippaggio di tombini”, di fatto pagati e mai eseguiti. E lo dicono le loro stesse carte: il 90% delle determine è priva della documentazione necessaria, come prevede la Legge, per l’affidamento dei lavori.

Mancano ad esempio: il computo metrico, la relazione tecnica sull’urgenza dell’intervento, la relazione dei “lavori eseguiti”, e soprattutto, nell’assegnazione dell’incarico, non è mai stata rispettata la rotazione delle ditte. Infatti a primeggiare sono solo le ditte amiche del sindaco, alcune in odor di mafia e attenzionate dalla Dda. Insomma, l’unico documento che si trova in tutte le pratiche sfornate dal quarto piano di Palazzo dei Bruzi (somme urgenze, e cottimi fiduciari) è la fattura di pagamento della ditta: per gli amici degli amici pronta cassa. Un volume di affari che è difficile calcolare, così come dice la Corte dei Conti, che dopo 4 anni, finalmente, rileva tutto quello che abbiamo scritto sull’allegra gestione delle casse pubbliche, compresi i debiti personali del sindaco caricati sulle spalle dei cittadini.

Per anni vi abbiamo parlato di una cupola che governa la città composta da politici collusi, servitori dello stato infedeli, prenditori di ogni ordine e grado, e magistrati corrotti e mafiosi. E per questo abbiamo subito molti processi. Tutti celebrati nel Tribunale di Cosenza dove le sentenze per gli amici degli amici vanno tanto al chilo, e per noi si scrivono ancora prima della celebrazione del processo. Basta scorrere il nostro sito per trovare tutto il “materiale”, con tanto di nomi e cognomi, luoghi e circostanze.

Essere accusato o indagato, per qualsivoglia motivo, ad esempio, da un Cozzolino, che come tutti sanno (e le prove fotografiche parlano chiaro) essere un corrotto – un pm che va a cena con l’indagato, non può che essere tale -, è un oltraggio alla Costituzione, alla Giustizia e al cittadino. Cozzolino di giorno indagava sulla bancarotta di 28 milioni di euro di Occhiuto e Potestio, facendo attenzione a tenerla ben nascosta, e la sera ci usciva a cena, ma questo per il CSM, che ha risposto ad un esposto, era ed è normale.

Così come è un oltraggio alla Costituzione essere giudicati da chi ha dimostrato più volte un forte pregiudizio nei nostri confronti. Come documentano le conversazioni in una chat privata tra alcuni giudici, oggi in nostro possesso e che abbiamo chiesto alla Corte che ci giudica di acquisire, nelle quali si esprimono scandalosi giudizi nei nostri confronti. Gli stessi giudici che ogni volta ci condannano, senza nemmeno verificare la nostra posizione.

La nostra colpa è quella di aver svelato gli intrallazzi che avvengono nel palazzo dove si dovrebbe amministrare Giustizia nel rispetto della propria coscienza, della Costituzione e delle Leggi, trasformato invece in un vero e proprio mercato delle vacche. Ma solo per chi se lo può permettere. Perché i loro favori costano un occhio della testa. Infatti tutti i cosentini onesti, la stragrande maggioranza, sono a conoscenza della grave situazione del nostro Tribunale. Dove il procuratore capo, messo lì da certa politica, si muove come un monarca assoluto, con diritto di vita o di morte su tutti. Un despota che minaccia chiunque osi contrastarlo, utilizzando impropriamente, senza vergogna, le prerogative che la Costituzione assegna al suo ruolo.

Ora, se tutto questo schifo avviene ai massimi livelli della magistratura, il Csm, come stiamo leggendo in questi giorni, figuratevi nelle piccole procure di provincia che succede. In queste regna solo la legge del più forte, e della sostanziosa bustarella. Della Giustizia non frega niente a nessuno. È chiaro che non bisogna generalizzare, esistono anche tantissimi magistrati con la schiena dritta, ma ci chiediamo: dove sono? Perché non parlano? Perché non denunciano?

Ecco, è questo lo stato della Giustizia oggi in Italia e a Cosenza, e nessuno fa niente per porre anche qualche piccolo rimedio: Cozzolino e compari sono sempre lì al loro posto pronti ad aprire un altro fascicolo su di noi, specie dopo questo articolo. A noi cosentini non è concesso essere giudicati da un giudice onesto. Amen.