Cosenza. Come ti “rubo” l’ospedale (di Sergio Nucci)

COME TI “RUBO” L’OSPEDALE

di Sergio Nucci

La querelle sull’ospedale a Cosenza SI e ospedale a Cosenza NO merita alcune considerazioni.

E’ giusto ribadire che scippare a Cosenza il Suo ospedale è una decisione improvvida quanto foriera di enormi criticità per la città e la sua provincia e, aggiungo, che per essere portata a termine, necessita di un rimescolamento delle carte che solo la fusione con Rende può consentire.

Diversamente, con buona pace dei sostenitori del Si, del Rettore Leone e del Governatore Occhiuto, si dovrà procedere o alla costruzione del nosocomio nei confini bruzi o far marcire questa importante realizzazione nei cassetti della Cittadella chissà per quanti altri anni ancora.

Esistono, fortunatamente, tre ostacoli affinché il progetto di Occhiuto, Leone e Co, vada in porto, e non sono questioni da poco.

Prima questione: l’ospedale finanziato a Cosenza è un ospedale hub della intera provincia ovvero un vero e proprio nodo di coordinamento dei presidi ospedalieri periferici, i cosiddetti “spoke”.
Non può quindi magicamente diventare un policlinico universitario sul quale avrebbero competenza diretta e indiretta oltre alla Regione, all’UNICAL e all’ASP, anche due Ministeri, quello della Salute e quello dell’Università e della Ricerca.

Seconda questione. A Cosenza nessuno ha mai messo in discussione il sito dell’ospedale. Le voci contro questa realizzazione provengono soprattutto dall’Università della Calabria che perderebbe evidentemente un enorme catalizzatore di risorse umane ed economiche (il più grande “polo industriale” della provincia di Cosenza).

Il Comune di Cosenza, ad esempio, ha già individuato il sito di Vaglio Lise con delibera di Consiglio. Lo studio di fattibilità, costato 700.000 € e quattro anni di tempo prezioso, è completo in ogni suo aspetto tanto da apparire un vero e proprio studio preliminare ed è stato inserito nel “Documento programmatico” decretato dal Commissario ad Acta (che è lo stesso Occhiuto che oggi intende cambiare decisione) che costituisce la base dell’Accordo di Programma stipulato tra la Regione, il Ministero della Salute, il Ministero del Lavoro e il Ministero della Finanze. L’Accordo (già inviato alla Conferenza Stato-Regioni in data 14 giugno 2024) è necessario, inoltre, per attivare i finanziamenti ed avviare la fase attuativa dell’intervento (il Decreto Commissariale è il DCA n. 229 del 21/08/2023).
Tutto ciò ha avuto dei costi enormi per la collettività. Dal tempo al denaro (dei cittadini). Tornare indietro rappresenterebbe una perniciosa retromarcia perché bisognerebbe ripartire da zero rifacendo accordi, decreti, delibere e quant’altro necessario allo scopo.

Terza questione. Il “Nuovo Ospedale di Cosenza” e la “Cittadella della Salute” sono stati finanziati nell’ambito del piano triennale di investimenti dell’INAIL poiché lo stesso Istituto li ritiene strategici per le finalità della Regione e socialmente più validi delle altre strutture regionali. Quindi anche l’INAIL è direttamente interessato alla realizzazione perché ci mette i soldi. Lo spostamento della sede comporterebbe inevitabilmente la perdita del finanziamento perché fuori dal piano triennale.

A questo punto la conclusione è solo una: se si fondono i tre comuni, la città di Cosenza, che pur avendo Arcavacata all’interno dei suoi confini, avrà il suo ospedale ma solo sulla carta, perché nel frattempo i finanziamenti saranno andati perduti e con essi i 300 posti letto aggiuntivi.

Se tutto dovesse verificarsi sappiamo a chi addebitare responsabilità politiche, gestionali dirigenziali e operative. Noi, dal canto nostro, vigileremo.