Cosenza, Corrado (M5s): “Il centro storico non è una questione personale tra Occhiuto&Pagano”

Mario Pagano e Mario Occhiuto: Dio li fa e poi li accoppia

di Margherita Corrado – senatrice M5s 

Gent.mo Direttore,

poiché il Soprintendente ABAP ha affidato a Voi la sua replica alla mia nota di mercoledì scorso sulle opere (realizzate e da realizzare) che coinvolgono il centro storico di Cosenza, mi vedo costretta ad indirizzarvi due righe. Nel ribadire ogni parola di quel testo, mi limito, per ora, a stigmatizzare la convinzione del suddetto dirigente che l’ordinamento contempli il reato di lesa maestà ogni volta che qualcuno osi criticare l’operato di un Soprintendente, o quantomeno il suo.

Un anno fa, proprio di questi giorni, il signore in questione pensò bene di ‘licenziarmi’, benché io non sia dipendente del MiBAC ma professionista (archeologo) esterno all’Amministrazione dei Beni Culturali, con cui ho collaborato per vent’anni. A distanza di un paio di mesi ritirò il suo illegittimo provvedimento, pressato dalla Direzione Generale del Ministero, dopo che lo scandalo aveva assunto rilevanza nazionale.

La motivazione addotta per il ‘licenziamento’ era la querela sporta contro di me in marzo, cui allude anche nella replica di ieri, per avere io rilasciato un’intervista sugli ‘errori’ da lui commessi a Crotone nei primi tre mesi di mandato. A gennaio 2017, infatti, a nome dell’associazione culturale non-profit che rappresento, avevo prodotto un esposto alla Procura della Repubblica sulla lottizzazione abusiva di Capo Colonna-Scifo in cui segnalavo, come ho ribadito in TV, quello stesso comportamento che gli inquirenti hanno poi contestato espressamente al Soprintendente fino a determinarne il rinvio a giudizio per falso. Il procedimento è in corso ma lui ne tace, guarda caso, preferendo concentrarsi sul mio ruolo, sempre nella qualità di cui sopra, nella vicenda pregressa dello stadio: sa di toccare un nervo scoperto dei miei concittadini e spera, così facendo, di aizzarli contro di me.
Non mi sorprende. Non è questa la sede per farlo ma chi volesse approfondire può leggere ogni particolare della gestione ministeriale del caso stadio nell’estate 2016 su
(https://www.academia.edu/29713757/M._Corrado_Lampliamento_dello_stadio_Ezio_Scida_di_Crotone._Un_caso_esemplare_di_cattiva_tutela).

Tornando al tema di questa nota, vorrei ricordare che la discrezionalità assoluta, l’intangibilità e l’immunità preventiva da ogni critica appartengono alle dittature, non alla Pubblica Amministrazione italiana. Questa, se mai, obbliga i suoi dipendenti (Soprintendenti compresi) ad attenersi, nell’azione amministrativa, ai principi di disciplina e onore, come sottoscritto da ciascuno all’atto dell’assunzione. Si rassegni, dunque, il Nostro: ha firmato un contratto non come monarca assoluto ma come Servitore dello Stato, ruolo altrettanto ed anzi più degno del primo, se si è capaci di interpretarlo attenendosi ai due principi suddetti.

Gli ‘errori’ che il Soprintendente ABAP commette, a Cosenza oggi come altrove in passato, non sono sottratti d’ufficio a qualsiasi valutazione esterna. Anzi, la limpidezza delle interlocuzioni e dei procedimenti dovrebbe essere un obiettivo cardine dei dirigenti territoriali del MiBAC, data la delicatezza della loro posizione di custodi e interpreti delle ragioni della tutela del patrimonio culturale e del paesaggio.
Allo stesso modo, le sorti del centro storico cosentino, al netto del “dovere istituzionale della leale collaborazione tra Soprintendenti e Enti e Autorità locali” che mi si contesta di ignorare, non sono né possono ridursi ad una questione personale tra il Soprintendente e il Sindaco, perché è compito prioritario di entrambi fare esclusivamente gli interessi della collettività.