Se ancora avevate qualche dubbio in merito al becero clientelismo praticato da Occhiuto per appararsi guai e debiti, utilizzando la sua carica di sindaco, oggi vi forniamo la prova provata che qui da noi tutto funziona sempre allo stesso modo e i privilegi sono solo ad appannaggio di chi appartiene alla paranza politica/massonica/mafiosa che governa la nostra città.
A Cosenza continua nell’impunità più totale e senza la benchè minima vrigogna il classico scambio di favori tra potentati politici, economici, e giudiziari per garantirsi, tra di loro, immunità, guagna e potere.
Un do ut des alla faccia dei cittadini che qui a Cosenza possono abbaccagliare quanto vogliono che tanto non gliene frega niente a nessuno. Loro, i potenti, possono permettersi anche di farvelo avanti avanti, come vedremo tra poco e il messaggio per tutti è: zitti e a cuccia.
Si sa che da quando Granieri è andato via dalla procura, Occhiuto è rimasto scavallo del suo principale sponsor. Sì, c’è Tridico, e ci sono gli altri servi sciocchi, ma non è un procuratore capo e poi non può fare tutto quello che vuole. Infatti la Manzini da tempo, come sappiamo, sta indagando sulla corruzione dilagante a Palazzo dei Bruzi.
Nel mirino, Potestio, Cucunato e Pecoraro, il trio dell’intrallazzo, fedele ad Occhiuto, che ha distratto dalle casse pubbliche quasi 8 milioni di euro con determine farlocche e appalti spezzatino dati a ditte amiche e mafiose. Un grave reato che a Cosenza, da 30 anni a questa parte, nessuno della procura ha mai perseguito.
Questa della Manzini sarebbe la prima volta. Ed è per questo che Occhiuto si è dato da fare per vedere come apparare la questione e come sostituire il ruolo di Granieri che gli garantiva la possibilità di poter commettere tutti i reati che voleva. Pensa che ti ripensa, mmasciata dopo mmasciata ecco che Occhiuto tira fuori l’asso dalla manica.
Dopo una cordiale interlocuzione con il procuratore capo di Cosenza, e dopo aver stabilito i termini dell’accordo, ha deciso di nominare dirigente alla cultura il nipote del dottor Spagnuolo: Giampaolo Calabrese, già titolare delle attività del Castello.
Un ruolo da 70/80 mila euro all’anno, senza sommare gli introiti che gli derivano dalla gestione del Castello che, ricordiamolo, è un bene pubblico. Avete capito? Sono sempre gli stessi che mangiano e si coprono a vicenda.
La mamma di Calabrese (che Dio l’abbia in gloria!) e la moglie del procuratore capo di Cosenza (che la Madonna la guardi sempre!) sono sorelle.
Sempre lo stesso schifo.
Solo i figli, i nipoti e i parenti dei malavitosi istituzionali vanno avanti a Cosenza, per tutti gli altri solo fame e miseria. Che bisogno c’era di questa nomina? Giampaolo Calabrese non era mica per strada, ha già un bel lavoro che gli permette di guadagnare tanto e di fare la bella vita. Ma evidentemente non bastava. Così Occhiuto e Spagnuolo si sono messi d’accordo per questa nomina in cambio dell’impunità per tutte le sue malefatte e quelle dei suoi amici.
Io ti assumo il nipotino e tu blocchi tutto.
Che credibilità può avere questo Tribunale? E tutto un magna magna continuato ed aggravato. Fanno tutto in famiglia. E il bello di questa storia è che da oggi Giampaolo Calabrese può firmarsi da solo determine, assegnarsi denaro pubblico per poi spenderlo dentro la sua attività “privata”.
Ad esempio: firma la delibera per i musicisti XXX che paghiamo noi, e poi lui li fa suonare al Castello, nella sua attività privata, prendendosi l’incasso. Avete capito caggi?
Non c’è niente da fare, Cosenza è e resterà per sempre una zona franca per malandrini e mafiosi istituzionali, un feudo intoccabile, dove non esiste né Legge né Giustizia.
Con l’acquisto del dottor Spagnuolo, Occhiuto si è garantito altra impunità. E soprattutto può continuare a rubare, intrallazzare, corrompere tranquillamente perché adesso, il procuratore Spagnuolo, non può dirgli niente dopo questo bel regalo che gli ha fatto e che vale in totale 200.000 euro all’anno (tra lo stipendio di dirigente e gli incassi del castello, senza contare lo sgobbo sulle determine).
E’ così che funziona, e tutti lo sapete. Questi, purtroppo, sono FATTI.
E ppe l’anima di muarti non si azzardino i lecchini a replicare con cazzate del tipo: se lo merita questo incarico perché è un ragazzo capace o altro. Giusto per non offendere l’intelligenza dei cittadini.
Giampaolo Calabrese è stato nominato dirigente solo ed esclusivamente perché è il nipote del procuratore capo. E questo, oltre a tutti voi, lo sanno principalmente loro che si sono accordati su questo. E non gliene frega niente che tutti lo pensiamo, perché tanto sanno anche che con un fischio tutti i cosentini scappano subito a cuccia.
Avete capito? Zitti e a cuccia!
GdD