Cosenza, oggi Cozzolino finalmente davanti alla sezione disciplinare del Csm

Che quel togato di un Cozzolino è protetto da amici potenti e altolocati, sempre pronti a coprirgli le spalle, lo hanno capito anche i bambini. Ne ha combinate talmente tante che un altro al suo posto sarebbe finito dritto in cella già da un pezzo, e invece, quell’infingardo di un Cozzolino, non solo è ancora libero di agitare la sua fluente chioma (sembra quasi un parrucchino per quanto è “perfetta”) per i corridoi della procura di Cosenza, ma continua ancora spudoratamente e impunemente a fare danni (l’ultimo in ordine cronologico: l’insabbiamento dell’inchiesta a carico della Succurro e marito).

Che qell’impenitente di un Cozzolino usa il suo ruolo da pubblico ministero, spesso e volentieri, per farsi gli affari propri, a Cosenza, è cosa risaputa. E poi, chi è realmente il pm Cozzolino lo sanno bene i pm di Salerno che hanno ascoltato le sue imbarazzanti telefonate con avvocati e politici cosentini. Così come sono a conoscenza dello stretto e insano rapporto, finalizzato solo a garantire l’impunità agli amici degli amici, tra quel cerchiobottista di un Cozzolino e Carmine Potestio. Anche qui, non ci vuole zingara per sapere che quell’incorreggibile di un Cozzolino è sempre stato al servizio dei potenti della città, ovviamente dietro lauto compenso; basterebbe chiederlo, ad esempio, agli investigatori che hanno lavorato all’inchiesta, di cui si sono perse le tracce, sugli intrallazzi della Succurro, producendo prove e riscontri degli avvenuti imbrogli, cosa ne pensano del “metodo Cozzolino”, per capire come finiscono le sue inchieste a carico di politici e massomafiosi. Cozzolino tutto è tranne che un magistrato al servizio della Giustizia, della Costituzione, e del Cittadino.

Ecco, tutto questo, e non solo, è a perfetta conoscenza dei pm di Salerno, ma la procura guidata da Borrelli (che in Calabria faceva il galletto, e da quando è a Salerno ha abbassato la cresta), non ha mai inteso procedere nei suoi confronti. Tutto archiviato e insabbiato. Così com’è successo per le inchieste a carico del Gattopardo, al secolo Mario Spagnuolo procuratore capo di Cosenza. La procura di Salerno, così come il dottor Gratteri, diciamolo, nulla possono contro i protettori di Cozzolino e Spagnuolo, possono solo abbozzare, e ingoiare il rospo, e questo perché non hanno il coraggio di andare fino in fondo. Lo sanno bene Gratteri e Borrelli che un eventuale “sputtanamento” della “casta più potente d’Italia” comporterebbe l’espulsione dalla magistratura. Non possono accusare pubblicamente la potente lobby, fatta da magistrati, che si adopera per mettere tutto a tacere ogni qualvolta qualcuno degli affiliati è al centro di qualche inchiesta. Lo sanno che è così, ma devono tacere. Lo diciamo da secoli: cane non mangia cane. Se denunciassero queste pressioni sarebbero costretti a dimettersi dalla magistratura, e questo è un sacrifico che Gratteri e Borrelli proprio non vogliono fare. Meglio tenersi i corrotti che perdere il posto in magistratura. Ognuno dà un limite al proprio coraggio, e questo è il loro limite.

Ma c’è ancora una piccola speranza (di trovare qualche magistrato onesto che valuti questa situazione per quello che realmente è) che si è accesa dopo aver letto le motivazioni di rigetto da parte della prima commissione del CSM chiamata ad esprimersi, dopo un fitto scambio di denunce tra il pm Cozzolino e la pettinatrice di bambole Marisa Manzini già aggiunto presso la procura di Cosenza, in merito al trasferimento di quel prevaricatore di un Cozzolino. La diatriba tra i due pm era nata dopo la pubblicazione sul nostro sito della foto della famigerata cena tra Potestio, Cozzolino e Caputo, proprio nel mentre la procura indagava su Potestio e Caputo. Cozzolino accusava la Manzini di avergli scippato le inchieste sui suoi amici, e la Manzini sosteneva di averlo fatto per manifesta incompatibilità di Cozzolino, proprio in virtù della foto. E in merito al trasferimento di Cozzolino così scrivono i giudici:

«Quanto, poi, alla posizione del dott. Cozzolino va osservato che i fatti che possono assumere rilievo ai fini della Commissione (i rapporti con Potestio, la cena avvenuta con soggetti all’epoca indagati; il tutto in considerazione dell’assegnazione del dottor Cozzolino al gruppo reati contro la pubblica amministrazione), appresi dalla Prima Commissione solo nel gennaio 2021, sono avvenuti negli anni 2015-2017 e, pertanto, allo stato sono privi del requisito della attualità che concorre alla formazione della incompatibilità ambientale; le audizioni svolte hanno escluso infatti il perdurare di rapporti di questo tipo».

Che tradotto significa: la “delibera degli ermellini” risponde solo ed esclusivamente al “quesito” sul trasferimento del pm Cozzolino, che necessita del requisito dell’attualità e siccome i fatti in questione risalgono al 2015-2017, la punizione del trasferimento non può essere applicata. Il che somiglia molto ad una “prescrizione” speciale per gli amici degli amici: assolto perché il fatto è avvenuto 5 anni fa (come se Cozzolino non continuasse a vedere Potestio in ogni dove). Ma tant’è. E poi, aggiungono gli ermellini: la Manzini è stata trasferita, perciò il problema tra i due non esiste più. Caso chiuso. E posizione archiviata. Tutto apparato come da copione sembrerebbe se non fosse che gli ermellini nelle conclusioni, forse colti da illuminazione divina, decidono di inviare gli atti di Cozzolino per una valutazione di ordine disciplinare alla “sezione disciplinare del CSM”, e così scrivono:

«Tali condotte (quella di Cozzolino di uscire a cena con gli indagati), però, che appaiono delineare dei rapporti suscettibili di essere valutati come “disinvolti” in quanto inseriti in un contesto di reciproci scambi di favori con una persona (Potestio) che all’epoca dei fatti rivestiva un ruolo politico nella città di Cosenza e iscritto nel registro degli indagati da parte del medesimo Ufficio, potranno essere oggetto di analisi da parte dei titolari dell’azione disciplinare, ben potendo essere rilevanti sotto il diverso profilo disciplinare».

Per la prima volta i giudici si accorgono che il comportamento di Cozzolino è “disinvolto”, per non dire spudorato, e improntato ad instaurare rapporti, con personaggi legati al mondo della politica e dell’imprenditoria, di reciproci scambi di favori, e per questo tale atteggiamento merita, per rilevanza, di essere valutato dalla sezione disciplinare del CSM.

Oggi, giorno 13 aprile, la sezione disciplinare, salvo complicazioni, si riunirà per discutere il caso Cozzolino, vedremo se i suoi protettori riusciranno, nonostante l’evidenza dei fatti testimoniati dalla foto, anche questa volta a metterci una bella pezza.