Cosenza, cultura alla deriva: il grande bluff del Centro Studi Telesiani

Inaugurato a fine gennaio scorso alla presenza di Massimo Cacciari, il Centro studi internazionale Telesiani, in seguito divenuto anche di studi bruniani e campanelliani, stenta a decollare, nonostante disponga di una sede prestigiosa, Palazzo Caselli Vaccaro, concessa dal Comune di Cosenza in comodato gratuito circa due anni fa.

Il Centro studi è un progetto nato in occasione delle celebrazioni per il cinquecentenario (2009) della nascita del filosofo cosentino Bernardino Telesio, a cui hanno preso parte decine di studiosi ed è presieduto da Nuccio Ordine, che ha voluto inserire nel progetto anche la realizzazione di una biblioteca telesiana. In essa sarebbero dovute confluire le riproduzioni digitali di tutti gli esemplari di ogni edizione delle opere di Telesio presenti nelle principali biblioteche del mondo e la bibliografia secondaria, dopo aver censito tutte le opere telesiane esistenti. Il progetto prevedeva anche le ristampe anastatiche e la traduzione in francese, inglese e spagnolo delle tre edizioni dell’opera maggiore di Telesio, cioè il ”De Rerum Natura” e degli opuscoli scientifico-filosofici. Un lavoro molto articolato che si sarebbe dovuto concludere nel 2013 e che pare sia arrivato alla conclusione proprio il giorno in cui hanno bruciato corso Telesio ma non ne siamo certissimi. 

Il Comitato iniziò le sue attività nel gennaio 2010 e poté contare su vari e consistenti finanziamenti (150.000 euro da vari enti, 200.000 dalla Provincia e altri ancora).

Nuccio Ordine, famoso anche per le lauree ad honorem che prende in tutto il mondo, anni fa lamentava la mancanza di una sede, ma da quando il Comune di Cosenza gli ha dato in comodato Palazzo Caselli Vaccaro, ha cambiato disco, lamentando la mancanza degli arredi.

Sembra di assistere alle vicende della Salerno-Reggio Calabria: ritardi e risorse a iosa. Dal professore Ordine, ci saremmo aspettati celerità e impegno, non foss’altro che per appagare la sua vanità, invece il Centro è sospeso in un limbo da cui si ignora quando potrà uscirne. È bene ricordare che sono stati erogati migliaia e migliaia di euro per realizzarlo, affinché la città di Cosenza avesse un ulteriore presidio di cultura. Invece, la stasi del Centro, i sigilli posti ad un’ala della Biblioteca Civica e l’Accademia Cosentina nell’oblio sono il segno tangibile – come scriviamo ormai da giorni – della deriva culturale cittadina.