Non solo l’inchiesta della magistratura di Cosenza, notoriamente conosciuta come porto delle nebbie, corrotta fino al midollo e sempre pronta a scagionare la potentissima lobby dei medici. L’unica speranza di fare luce sulla morte della donna di 34 anni deceduta giovedì sera al sesto mese di gravidanza nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza è riposta negli ispettori inviati dal Ministro della salute. Dopo essere stato informato del caso, infatti, Roberto Speranza si è attivato e ha deciso di inviare nel nosocomio gli ispettori del ministero per avviare immediatamente una indagine interna che proseguirà parallelamente a quella dei pm “venduti” e quantomeno metterà loro un po’ di pepe nel sedere (specie in quello di Tridico, il corrottissimo sostituto anziano). Nei prossimi giorni gli ispettori arriveranno sul posto e ascolteranno i medici interessati e visioneranno i documenti per cercare di stabilire se siano stati rispettati tutti i protocolli sanitari previsti in questi casi.
Secondo quando denunciato dai familiari, la donna era arrivata al pronto soccorso una prima volta lamentando dolori addominali, vomito, e dissenteria. Nei controlli di routine però i medici non avrebbe riscontrato anomalie e l’hanno rimandata a casa. Nemmeno il consueto tracciato effettuato in quell’occasione, avrebbe mostrato problemi nel battito cardiaco del piccolo che portava in grembo. I dolori però son proseguiti anche nei giorni successivi fino alla decisione di ritornare in ospedale dove è stata ricoverata mercoledì. Giovedì poi le cose si sono complicate e la donna è deceduta in serata insieme al piccolo .
La tragica notizia ha sconvolto la piccola comunità di Longobardi, dove la famiglia della donna abita ed è conosciuta. Uno dei più gravi problemi a Cosenza è la corruzione della magistratura e sono decine i casi di malasanità insabbiati dalla longa manus della massoneria, della quale il procuratore Gattopardo e i suoi scagnozzi sono completamente succubi, per non dire affiliati… Nessuno si fida di questi magistrati né dei loro vendutissimi periti. Nel frattempo è stato ordinato il sequestro delle cartelle cliniche e si spera che le solite “manine” non siano già al lavoro per “truccarle”.