Cosenza, dopo 39 anni luce sull’omicidio Nigro: arrestati Mario Pranno e Francesco Cicero

Gli uomini della Sezione Operativa Dia Catanzaro, coordinati dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA), hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del capoluogo nei confronti di Mario Pranno, classe 1956 e Francesco Cicero, 1961, entrambi di Cosenza.

Per l’accusa, sostenuta dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto procuratore Vito Valerio, i due sono ritenuti responsabili dell’omicidio dell’imprenditore Santo Nigro, avvenuto il 18 novembre 1981 a Cosenza. 

L’esecuzione è avvenuta all’interno di un negozio di proprietà di Nigro in fase di ristrutturazione in via Popilia n. 144.

Le indagini hanno consentito di ricostruire che il delitto, nel quale rimase ferito ad una gamba anche un figlio della vittima, fu deciso dai vertici del clan Perna-Pranno, in quanto Nigro si era rifiutato di aderire alle reiterate richieste estorsive del gruppo ‘ndranghetista. La morte di Nigro doveva servire al clan per riaffermare il proprio potere e costituire un monito per gli altri commercianti affinché non seguissero l’esempio di Nigro.

Insieme a Pranno è stato arrestato anche Cicero, che avrebbe fatto da “palo” ai killer, come riferito da tutti i collaboratori di giustizia. Cicero, detto il “pirata” è fratello di Domenico, detto “Micuzzo”, che dopo il processo Garden assumerà la reggenza del gruppo Perna-Pranno. I destinatari della misura – scrive la procura di Catanzaro in una nota – sono figure storiche di rilevo della criminalità organizzata cosentina.

Gli inquirenti, a sostegno anche della loro ipotesi, spiegano che in quel particolare periodo storico Cosenza e la sua provincia erano sconvolte dalla guerra di mafia tra i clan Perna-Pranno e Pino-Sena. I primi, avevano sottoposto ad estorsione tutti gli imprenditori che ricadevano nella loro zona di “influenza per garantirsi le risorse economiche proprio per fronteggiare la cosca opposta.

Diversi, poi, sono stati i collaboratori che hanno parlato proprio dell’omicidio di Nigro, dichiarazioni che per gli investigatori sono state tutte concordanti sia sul movente dell’assassinio che sui presunti mandanti.

Proprio Mario Pranno, oggi arrestato, si era assunto la paternità di quell’omicidio nel corso del suo breve periodo di collaborazione con la giustizia iniziato durante il maxi processo “Garden” e poi conclusosi nel 2000 con la sua fuga da una località protetta.

All’epoca dei fatti Pranno sarebbe stato uno dei capi più violenti del clan, elemento questo che emergerebbe proprio nella sentenza irrevocabile del processo Garden in cui è stato condannato a 20 anni, con la speciale attenuante prevista per i collaboratori.

Nel marzo del 2000 poi fuggì da una località protetta e venne poi catturato nel dicembre successivo in un appartamento del quartiere San Vito di Cosenza, sua vecchia roccaforte. Scontò quindi il suo lungo periodo di detenzione carceraria fino a giugno del 2015.