Cosenza, il dualismo di Occhiuto: chiude la Biblioteca ma compra libri

Certo è che alla schizofrenia non c’è mai fine: da un lato Occhiuto, in quasi 7 anni di governo della città, non si è mai posto il problema della Biblioteca, arrivando a farla chiudere (con la complicità di Regione e Provincia) e, dall’altro, come amministrazione compra libri a dire basta.

L’ultimo acquisto di Occhiuto è un libro che nella sua prima edizione, evidentemente, è andato a ruba: la 2^edizione, riveduta e ampliata, del volume di Raffaele Borretti “Alarico e Cosenza”. La prima edizione di questo straordinario volume era stata presentata il 4 febbraio scorso nella Sala Quintieri del Teatro “Alfonso Rendano” di Cosenza, un evento patrocinato dal Comune e promosso dalla casa editrice ASEmit, in collaborazione con le associazioni “Quartieri Tranquilli” e “Terre Bruzie”.

A concludere l’evento Mario Occhiuto, profondo conoscitore del mito di Alarico. Che deve aver portato fortuna all’autore di questo libro, Raffaele Borretti – docente di “Storia del Jazz ed Analisi del Repertorio” e di “Storia del Rock” al Conservatorio e all’Università della Calabria, uno che di musica ne capisce – tanto da “costringerlo” ad una seconda edizione che per l’occasione ha aggiornato. E, visto il successo, Occhiuto ha pensato bene di acquistare 305 copie di questo libro prima che andasse di nuovo a ruba. Non voleva restare di nuovo senza. 

L’autore, visto il cliente, e l’ordine, ha inteso praticare uno sconto, il volume nelle librerie costa 12 euro, ma noi lo abbiamo acquistato ad 11 euro e 45 centesimi, per un totale di 3.494,00 (tremilaquattrocentonovantaquattro/00) euro. Il pacchetto prevedei 305 copie del volume, di cui 50 con copertina cartonata, composto di 116 pagine cadauno, carta patinata opaca, copertina formato libro a 4 colori, illustrazioni a colori, formato 17x24cm.

Un bell’acquisto. C‘è da chiedersi due cose però. La prima: cosa se ne farà di 305 copie dello stesso libro Occhiuto? Se sono previste delle donazioni ai cittadini mi prenoto per una copia. La seconda: se la città non ha più la sua Biblioteca Civica, i libri che acquista l’amministrazione dove vanno a finire? Nei soliti magazzini a marcire?