Dopo la sonora bocciatura da parte del Ministero dei Beni Culturali alla ricerca (assurda) del tesoro di Alarico, viene da chiedersi: che ne sarà ora del nascente Museo di Alarico?
Ricordiamolo: il progetto denominato “Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del “Museo di Alarico” era stato finanziato da una delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), n° 89 del 2012, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 23/11/2012, che assegna alla Regione Calabria le risorse residue del Fondo Sviluppo e Coesione 2000-2006 per un totale di 189,720 milioni di euro, in cui sono compresi i 7 milioni del progetto.
Il programmatore del progetto è la Regione Calabria, che intasca i soldi e li gira alla stazione appaltante che è il Comune di Cosenza, che “stila” il piano economico/amministrativo.
Questo il quadro generale su come erano stati ripartiti i 7 milioni di euro: 2.253.000 euro per l’acquisto dell’ex hotel Jolly, oggi sede dell’Aterp. 2.579.000 euro per l’abbattimento parziale dell’ex hotel Jolly e la realizzazione del Museo di Alarico, senza arredamenti né allestimento museale. E i restanti 2.168.000 euro servono per finanziare l’opera principale di questo progetto, cioè la riqualificazione dei fiumi Crati e Busento.
La realizzazione del Museo di Alarico è vincolata alla riqualificazione dei fiumi. Non il contrario. Infatti l’opera, come si legge dal bando (atto di validazione del 12/06/2015. Atto di approvazione progetto esecutivo: determina dirigenziale n. 2572 del 16.10.2015, scadenza presentazione offerte ore 12,00 del giorno 14/12/2015) è denominata come infrastruttura. Ed un Museo non può essere certo denominato infrastruttura.
Tant’è che i lavori in oggetto sono finanziati dalla Regione Calabria, Dipartimento n. 9 Infrastrutture- LL.PP. –Politiche della casa – E.R.P.- A.B.R. – Risorse Idriche – Ciclo integrato delle acque, sulla base della delibera CIPE 20/2014. Che nulla hanno a che vedere con la “cultura”. Questo il quadro fino al 2012.
Ma le cose cambiano. Nel 2014 il Cipe emette una nuova delibera, la numero 20, che di fatto dimezza il finanziamento del 2012. I 7 milioni di euro stanziati all’inizio diventano poco più di 3 milioni di euro. La Regione Calabria, con una missiva interna, chiarisce il perché del dimezzamento. Poiché l’Aterp è un ente di proprietà della Regione, e quindi proprietaria anche delle strutture che la “ospitano”, la stessa dispone che dai 7 milioni previsti si può eliminare il costo della struttura che oggi ospita l’Aterp (2.253.000 euro). Solo che l’ acquisto dello stabile era già stato oggetto di un protocollo (11-06-2013) tra il Comune di Cosenza e l’Aterp, che assegnava all’ente la somma di 2.253.000 euro (sulla base del primo finanziamento di 7 milioni di euro), versando allo stesso la somma di 450.000 come “prima rata”.
Domanda: questi 450.000 euro l’Aterp li ha già ricevuti, o sono rimasti solo sulla carta? E se si, alla luce della rimodulazione del finanziamento, li ha restituiti?
Comunque, dopo la segnalazione della Regione al ministero, che afferma di poter cedere lo stabile a gratis al Comune di Cosenza, nonostante il grave decurtamento, Palazzo dei Bruzi afferma che il progetto può realizzarsi lo stesso. Che è in grado con quella cifra di onorare il titolo del progetto: “riqualificazione dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico”.
Come fare di necessità virtù. Se prima servivano per riqualificare i fiumi e la costruzione del Museo 4.747.000 euro (esclusi i 2.253.000 che servivano per l’acquisto dell’ex hotel Jolly, stando al primo finanziamento di 7 milioni), ora tutto si può fare con 3.318.272,59 euro, la cifra che è stata messa a bando. Con questo denaro cosa si deve fare? La riqualificazione dei fiumi che è l’opera principale, o la struttura museale?
A detta di Occhiuto va costruito il Museo perchè per ripristinare gli argini dei fiumi basta riutilizzare il materiale di risulta derivante dall’abbattimento dell’ex hotel Jolly. Una genialata. Solo che qualcuno dovrebbe spiegargli, prima che incorra in un altro reato, che tali materiali sono considerati “rifiuti speciali” e non si possono “sversare” in nessun luogo, se non in quelli stabiliti dalla legge.
Dal canto suo l’Aterp, nonostante la decisone della Regione, fa sapere ad Occhiuto di non avere nessuna intenzione di mollare a gratis lo stabile, non avendo un’altra sede dove andare, e nè i soldi per acquistarne un’altra.
Come si risolve, allora, l’acquisto dello stabile? Sembra che il sindaco abbia proposto una permuta all’Aterp, cioè: tu mi cedi l’ex hotel Jolly, e io ti dò un palazzo a Cosenza vecchia di proprietà del Comune. Ma neanche questa proposta ha funzionato.
La situazione è in stallo, nonostante un bando emanato. Insomma non si capisce se con quel che la Regione stanzia, la priorità sia la riqualificazioni dei fiumi o la costruzione del Museo di Alarico. Se non si chiude la partita dell’acquisizione dello stabile, tutto è destinato a restare sulla carta. Questa la situazione economica e amministrativa che è già un casino di per se. Ora che il tesoro è svanito nel nulla come la sua stessa leggenda, chissà che fine farà questo ennesimo progetto occhiutiano…
GdD