Cosenza e Rende, il blitz di Gratteri. Ariosto Artese e Manna rispondono al gip. Gli altri scelgono il silenzio

Giornata di interrogatori. Sono iniziati, ieri mattina, davanti ai gip calabresi gli interrogatori di garanzia di molte delle persone finite in carcere giovedì nell’ambito della mega inchiesta della Dda di Catanzaro. Quasi tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, alcuni hanno rilasciato dichiarazioni spontanee. Soltanto l’imprenditore Ariosto Artese ha risposto alle domande del gip respingendo ogni accusa. Ha negato qualsiasi rapporto con esponenti della criminalità organizzata cosentina.

Ieri il gip di Cosenza, Salvatore Carpino, per rogatoria, ha interrogato Luca Simerano, Francesco Stola, Roberto Zengaro, Pasquale Bruni, Armando De Vuono, Massimo Ciancio. L’imprenditore Remo Florio ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee dicendo che si tratta di accuse assolutamente infondate perché lui non ha mai avuto rapporti con organizzazioni mafiose. Tra gli interrogati di ieri, anche, Fabrizio Fuoco, Francesco Curcio, Oscar Fuoco, Gianluca Benvenuto, Alessio De Cicco, Antonio Colasuonno, Francesco Mazzei, Francesco Gualano e Fabio Laratta. A Catanzaro sono stati interrogati dal gip Claudio Alushi, Antonio Chiodo, Stefano Salerno, Gino Garofalo, Salvatore Calandrino.

A Vibo Valentia, infine, sono stati interrogati Michele Rende, Sandro Vomero, Andrea Greco, Mario Piromallo, Giuseppe Presta, Francesco Ripepi, Denny Romano, Eugenio Satiro, Ivan Trinni, Fiore Bevilacqua, Salvatore Ariello, Antonio Abbruzzese, Cesare D’Elia, Daniele Chiaradia, Giovanni Drago, Alberigo Granata, Mario Gervasi, Ariosto Artese, Carmine e Giuseppe Caputo, Antonio Bevilacqua, Giuseppe Bartucci, Massimo Benvenuto, Cosimo Bevilacqua, Cosimo Bevilacqua (1995), Fabio Bevilacqua, Giuseppe Broccolo, Andrea Bruni, Francesco Bevilacqua, Agostino Briguori, Alessandro Catanzaro, Giovanni Garofalo, Sergio La Canna, Antonio Manzo, Fabio Giannelli e Andrea Mazzei. Quasi tutti hanno scelto di non rispondere alle domande del gip sia in attesa di leggere bene gli atti.

MANNA RISPONDE AL GIP

“Oggi l’avv. Manna non si è limitato a protestare la propria assoluta estraneità ad ogni preteso accordo elettorale illecito, ma ha fornito alla Procura ed al Gip documentazione di sue attività amministrative obiettivamente incompatibili con quella infondata ipotesi accusatoria”. A riferirlo sono, in un comunicato, gli avvocati Gian Domenico Caiazza e Nicola Carratelli in riferimento alla posizione del primo cittadino di Rende, loro assistito.

“Ed infatti – prosegue la nota –  gli atti amministrativi inerenti le vicende oggetto di indagine, evidentemente non in possesso degli inquirenti ma oggi depositate, dimostrano senza equivoci come, contrariamente alle congetturali interpretazioni di talune intercettazioni di conversazioni (comunque mai direttamente coinvolgenti la persona dell’avv. Manna), il bando di gara per la gestione del palazzetto dello sport sia stato preceduto, accompagnato e seguito da attività amministrative formali e sostanziali assolutamente legittime e pienamente trasparenti, adottate dai soggetti funzionalmente delegati ad assumerle, nel rigoroso rispetto dei principi di imparzialità, correttezza e buon andamento della Pubblica Amministrazione”.

Il sindaco Manna, continuano i due avvocati, “ha altresì prodotto documentazione attestante come sin dai primi passi del suo mandato egli abbia adottato (doverosamente e legittimamente) atti nei confronti dei soggetti con i quali egli, secondo l’accusa, avrebbe stipulato l’accordo elettorale illecito, privativi in danno di costoro di alcuni benefici loro accordati da precedenti amministrazioni. È stata dunque documentata al Giudice ed all’Ufficio di Procura – prosegue la nota – una attività amministrativa adottata dal Sindaco Manna all’indomani della sua elezione, che vale da sola a smentire insuperabilmente la esistenza di quei presunti, contestati accordi elettorali illeciti. Confidando nel valore inconfutabile della documentazione prodotta e dei chiarimenti pienamente resi oggi al Giudice, la difesa ha formulato istanza di revoca della misura cautelare disposta nei confronti del proprio assistito”.