Cosenza. Ecco chi è Pino De Rose, l’uomo del concertone. Garantiscono cascetta e Tic Tac

Confessiamo di avere avuto qualche attimo di perplessità quando il sindaco incappucciato di Cosenza, garante della paranza massonica, sotto un tabellone con inequivocabili e sinceramente tragicomici segni “esoterici”, si è sperticato nei suoi ringraziamenti per aver portato Giorgia al concerto di Capodanno.

Ora, senza voler essere “cattivi” nei confronti di un’artista sicuramente brava ma tutt’altro che “allegra” e festaiola, abbiamo cercato di capire chi cacchio fosse questo Pino De Rose, indicato dal sindaco col compasso come “coordinatore dell’organizzazione, nella quale un ruolo importante hanno avuto le società “Dedo Eventi” ed “E20”, la consigliere delegata alla Cultura Antonietta Cozza, il dirigente del settore Cultura Giuseppe Bruno che è intervenuto brevemente in conferenza stampa per spiegare alcuni aspetti tecnici e logistici, ed il consigliere comunale Francesco Turco…”. 

Antonietta Cozza la conosciamo tutti: presenta libri ormai al… chilo come se si trattasse di caschi di banane o di sponze i vruacculi i rapa e tutti sanno quanto sia influente il suo attempato compagno che tutto vede e tutto sa. Conosciamo persino le gesta dell’architetto Giuseppe Bruno, passato agli annali come l’utile idiota che ha sdoganato la mortifera discarica di Scala Coeli (https://www.iacchite.blog/discarica-di-scala-coeli-legambiente-racconta-la-storia-il-ruolo-del-commissario-giuseppe-bruno/). E visto che ci siamo abbiamo contezza anche delle “qualità” del consigliere Turco, detto anche il chierichetto per la sua fedeltà alla chiesa cattolica, apostolica e romana con tutto ciò che ne consegue (https://www.iacchite.blog/cosenza-il-sindaco-massone-non-va-a-messa-dal-segretario-di-stato-del-vaticano-e-manda-il-chierichetto/).

Ma sinceramente di questo Pino De Rose sapevamo davvero poco o niente. Siamo andati a documentarci e abbiamo scoperto che è titolare di una società di nome Publiepa che si autodefinisce esperta in “problem solving” che – tradotto – significa risolvere problemi. Quindi una specie di “Mister Wolf” in salsa cosentina anche se oggettivamente non abbiamo capito che tipo di problemi, dal momento che l’unica manifestazione per la quale si trova qualche traccia del suo “lavoro” è la Festa del cioccolato ovvero, con decenza parlando, una gran boiata. E in rete si trovano persino foto del Nostro insieme alla leggendaria ex assessora Loredana Pastore detta cascetta. 

Ebbene, qualcosa dev’essere accaduta in questi mesi se l’anonimo signor Pino De Rose (non Geppino, ché quello è tutta un’altra storia) dalla Festa del cioccolato è passato al concertone di Capodanno. E così siamo andati al cuore del problema, abbiamo fatto un giro nei pressi dei corridoi di Palazzo dei Bruzi e abbiamo scoperto una serie di fatti. In primis che dall’era Occhiuto all’era Adamo (travestito da Franz) c’è una differenza sostanziale. Se quando c’era Lui regnava un ordine quasi “militare!, adesso c’è una sorta di mercato delle vacche con gente che va e gente che viene che… manculicani. E non è stato per niente difficile apprendere chi è lo sponsor del signor De Rose. 

Ebbene, il regista di questa come di tante altre discutibili e chiacchierate operazioni di potere altri non è che il solito Gigino Incarnato detto Tic Tac, che ha portato casini, intrallazzi e personaggi borderline dentro l’area del Palazzo e nelle zone circostanti. Una sorta di caravanserraglio – visto che siamo in periodo natalizio – da far accapponare la pelle tra costruttori mafiosi, mogli di boss e gregari, consiglieri centralinisti che rubano soldi all’ospedale, guappi di cartone, titolari di cliniche usuraie e chi più ne ha più ne metta. E così, tra tutte queste schegge di varia corruzione, è spuntato anche questo Pino De Rose, che dal cerchio magico della “cascetta” di Occhiuto è salito alla ribalta della corte dei miracoli del braccio destro di Nicola Adamo. Così vanno le cose a Cosenza avrebbe detto il vecchio sindaco Mancini, che questi concerti li affidava in mano a professionisti e non a mezzecalzette ma questo evidentemente ci meritiamo.