Cosenza, ecco come Panizzoli&Bettelini hanno affossato l’Annunziata col “modello Lombardia”

“Acquisita l’intesa del presidente della Giunta regionale Jole Santelli, il commissario ad acta Saverio Cotticelli, con decreto n. 86 dell’11 giugno 2020, ha nominato la dottoressa Simonetta Cinzia Bettelini commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza“. 

L‘ex direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Simonetta Cinzia Bettelini, ricopre da qualche mese l’incarico di commissario dell’Asp bruzia, azienda che da gennaio ha visto avvicendarsi ai suoi vertici ben quattro manager. A settembre dello scorso anno, il commissario dell’Annunziata Giuseppina Panizzoli – appena nominata – chiese di averla al suo fianco per gestire il nosocomio cosentino, ma della loro presenza non si è accorto nessuno, se non per i continui viaggi nella zona rossa lombarda e in quella veneta in piena pandemia e per la redazione di un atto aziendale stilato sulle vecchie linee guida del 2016 e completamente “sballato”.

Il management dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza si è tuttavia distinto per inefficienza e poca lungimiranza quando ha rinunciato, di fatto senza motivazioni plausibili, all’opportunità di un reale aggiornamento tecnologico per l’Annunziata attraverso il finanziamento di 10 milioni di euro, che avrebbe permesso l’acquisto di nuove attrezzature (come il robot Da Vinci, indispensabile per mantenere a un livello di qualità le chirurgie; una seconda Pet; un nuovo agiografo digitalizzato), impedendo così all’Azienda cosentina di posizionarsi al livello di un vero HUB sanitario. La conseguenza a questa privazione di strumenti avanzati di cura è l’impossibilità a contrastare l’emigrazione sanitaria.

Ma perché queste rinunce a discapito dei cosentini e anche dei calabresi? Per favorire i privati? Per lavorare di meno? Per incrementare i viaggi della speranza verso il Nord? Le risposte arriveranno con il tempo, intanto Simonetta Cinzia Bettelini è commissario dell’Asp cosentina, un’azienda che vanta milioni e milioni di debiti e cambiamenti apicali a ritmi veloci.

Più o meno un anno fa anche il presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza Eugenio Corcioni ha avuto modo di intervenire sulle tragicomiche vicende delle due commissarie leghiste venute dal Nord ad imporci il “modello Lombardia” e non era stato per niente tenero.

Eugenio Corcioni

“… E’ uno scandalo che la Panizzoli abbia lasciato l’ospedale in questo momento tragico…, lo scandalo è aver lasciato l’ospedale SOLO in piena emergenzaA ciò si aggiunge la quarantena che non fa, questo è reato. Le due signore ai vertici dell’ospedale non usano il computer come attrezzo di lavoro, ma il trolley, visto che vanno e vengono di continuo, e siamo anche scandalizzati perché hanno fatto perdere ‘fondi, hanno affossato l’ospedale, hanno rinunciato a oltre 10 milioni di euro per le tecnologie moderne, azzerando l’entusiasmo e gli sforzi dei professionisti che sono andati fuori per imparare».

Infatti, in una lunga lettera inviata al nuovo presidente della Regione Calabria il 20 febbraio scorso, il presidente Corcioni aveva scritto, fra le atre cose, che «a riprova dell’inesistenza, di fronte a queste emergenze, di efficaci visioni e di strategie operative adeguate, giungono poi alcune decisioni davvero incomprensibili. Difatti, siamo rimasti sconcertati quando abbiamo saputo che il management dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza ha rinunciato, di fatto senza motivazioni plausibili, all’opportunità di un reale aggiornamento tecnologico attraverso il finanziamento di 10 milioni di euro, che avrebbe permesso l’acquisto di molte nuove attrezzature (come il robot Da Vinci, assolutamente indispensabile per mantenere a un livello di qualità le nostre chirurgie; una seconda Pet; un nuovo agiografo digitalizzato)… viene impedito all’Azienda cosentina di posizionarsi al livello di un vero HUB sanitario e, in conseguenza di questa privazione di strumenti avanzati di cura, le viene altresì impedito di contrastare l’emigrazione sanitaria».

Ma perché queste rinunce a discapito dei cosentini e dei calabresi anche?

«Perché si lavora di meno, meno gare, ecc. Queste sono state messe là da Urbani, un affarista che fa le veci dell’assessore regionale alla sanità, queste macchine, secondo loro, le doveva comprare il privato, non il pubblico, sempre favorire la sanità privata, ma ora basta, se ne devono andare».

E già, si lascia l’ospedale a fronteggiare da solo e senza direttive un problema di fronte al quale si è completamente impreparati, si ritorna e si rifiuta la quarantena, ora apprendiamo che hanno anche impedito all’Annunziata di dotarsi di nuovi e importanti mezzi tecnologici che avrebbero salvato tante vite umane solo per favorire la sanità privata e percepiscono pure un lauto stipendio per compiere azioni discutibili. Non sentiremo la mancanza quando andranno via. Intanto, vogliamo ricordare che è la sanità pubblica che sta gestendo un problema senza eguali nella storia recente del nostro paese.