Cosenza, ecco quanto ci sono costate dal 2012 al 2019 le luminarie di Occhiuto&Scarpelli “Scarface”

La città di Cosenza ha vissuto per dieci lunghi anni la sventura di avere avuto sindaco Mario Occhiuto, meglio conosciuto come il cazzaro, che nel corso dell’anno del Signore 2019 è riuscito nel suo obiettivo primario: quello di far finire Cosenza come le sue imprese ovvero in fallimento. Il “buco” che era stato iniziato dal vecchio Mancini, ma che era stato comunque “contenuto” in un centinaio di milioni, è stato almeno triplicato al culmine di una serie pressoché infinita di sprechi, “furti legalizzati” e salassi di ogni genere. Una città sventrata e saccheggiata da un soggetto che definire squallido e viscido è veramente riduttivo.

Ancor più dei tanti cantieri e dei continui appalti “spezzatino” alle ditte amiche e mafiose, a caratterizzare la gestione Occhiuto c’è stata anche la cura per le luci artistiche negli eventi clou dell’anno, dalle feste di Natale alla Fiera di San Giuseppe per finire addirittura all’orripilante Lungofiume Boulevard che per anni ha mostrato il lato più tamarro della città. E se c’è chi ha spesso ironizzato sugli spostamenti dei cerchi colorati di quartiere in quartiere, altri non hanno nascosto il loro entusiasmo di fronte alle luminarie sempre nuove. E sempre, salvo rarissimi casi, pagate alla stessa ditta. Eh sì, perché tutti sanno che le luminarie di Occhiuto a Cosenza hanno un solo nome e cognome. Antonio Scarpelli detto anche – come vedremo – Scarface. 

A Cosenza, dal 2012 e fino al fallimento del 2019, l’illuminazione artistica ha fatto rima con MedLabor, la cooperativa a cui il Comune ha affidato sistematicamente il noleggio, il montaggio e lo smontaggio e la manutenzione delle decorazioni luminose.

Una volta aveva sede sulla costa tirrenica, ma poi, visto il “volume” degli affari, si è trasferita nel capoluogo bruzio. Impossibile darle torto sapendo che aveva un cliente come il sindaco di Cosenza: la solidità del rapporto tra MedLabor e Occhiuto è testimoniata da centinaia di determine dirigenziali emesse in sette lunghi e interminabili anni. Tutte nel solco di un’inveterata tradizione, quella degli affidamenti diretti per lavori al di sotto della fatidica soglia dei 40mila euro (Iva esclusa). La MedLabor quella soglia la sfiorava spesso, con offerte tra i 38mila e i 39.960 euro, ma non la superava mai. E così facendo si è vista liquidare 595mila euro tra il 2012 e il 2014.

Dalla Madonna del Pilerio alla Festa di primavera, dalla Fiera di San Giuseppe al centenario del Cosenza calcio, da Invasioni alle chiese, Scarpelli e la sua “ditta” hanno fatto un “botto” di denari. 

Ma era sul Lungofiume che Scarpelli “Scarface” offriva i suoi servizi migliori: solo nel 2013 ha noleggiato illuminazione artistica, palco e gruppo elettrogeno, occupandosi anche del service per audio e luci, in stretta collaborazione con la Deejay Service di Remo Florio (successivamente “beccato” da Gratteri). Nelle casse di Scarpelli (che avrà certamente pagato le tangenti al cazzaro), infatti, sono entrati 120.832 euro per il primo anno, che poi sono diventati 221mila e rotti l’anno successivo.

E nel 2015 si è continuato sempre con la stessa “musica”. Solo nei primi due mesi e mezzo del 2015 Palazzo dei Bruzi ha impegnato oltre 170mila euro che sono andati alla MedLabor per il Carnevale (19.520), i “Saldi di Alarico” (2.440), le “Buone Feste” (22.800), la festa di San Giuseppe (48.190) e quella patronale (47.580) e la Fiera (29.820). E mancano i conteggi rispetto al Lungofiume Boulevard… E siamo arrivati a circa 800mila euro in tre anni!!!

Scarpelli e i suoi sodali (tra i quali un certo Massimo Scarpelli, che gli dev’essere verosimilmente parente…), non si sono certo fermati al 2015 e hanno continuato ad ingrassare con i soldi dei cosentini lasciati alla “gestione” di Mario Occhiuto. Ricordiamo: non solo 800mila euro in 3 anni, dal 2012 al 2015, ma anche una “30mila” di mano a mano, come lavori di somma urgenza, per realizzare altre luminarie nel 2016 e anche per le festività natalizie che hanno portato in città il 2017 e finanche il 2018 con la “collaborazione” di una compiacente ditta campana. E altri lavori (veramente indecenti) che hanno continuato a fare pessima mostra di loro nelle strade della nostra città fino a quando è stato tecnicamente “possibile” ovvero prima che Cosenza andasse definitivamente in fallimento. Alla fine della giostra non diciamo certo un’eresia se affermiamo che tutte queste “luci” sono costate ai cosentini almeno tre milioni di euro e siamo certamente al di sotto della reale cifra sulla quale hanno gozzovigliato. Perché Occhiuto ha continuato a dare soldi anche (o soprattutto?) a chi ha scheletri nell’armadio… E il porto delle nebbie assolve sempre tutti i suoi grandi “eroi” e ce ne sono ancora tanti…

E c’è un grande scheletro nell’armadio del deus ex machina di MedLabor, l’impresa che ha avuto l’esclusiva per il decennio del fu sindaco Occhiuto nella realizzazione delle luminarie per la città di Cosenza. Il soggetto è stato assolto, come da scontatissimo copione, dal porto delle nebbie ma tutti in città conoscono la sua storia. 

Lui si chiama Antonio Scarpelli, ha una sessantina di anni e la sua faccia è comparsa su tutti i giornali locali il 5 febbraio del 2013 quando è stato arrestato nell’ambito dell’operazione Scarface (un nome, una garanzia!) messa in moto dai carabinieri, nel Cosentino e a Roma.med

Scarpelli faceva parte di una rete di spacciatori che portava cocaina ed eroina nelle case dei cosentini cosiddetti “vip”. Ed era finito in cella insieme ad altri personaggi come Antonio Intrieri, Fausto Gagliardi, Davide Pasqua, Francesco Marotta, Simone Santoro e Mario Mignolo. Tutti vicini ai clan della ‘ndrangheta cosentina, così come il suo grande amico Carmine Potestio, referente mafioso di Occhiuto e suo punto di riferimento come riferiscono i collaboratori di giustizia.

L’indagine aveva fatto luce anche sul decesso di un avvocato civilista cosentino, Andrea Russo, avvenuta nel 2011. Il legale, dopo aver comprato della droga, venne fermato dai carabinieri e, per evitare guai, aveva ingerito una quantità eccessiva di cocaina che lo stroncò trasformandosi in una letale overdose.

La foto segnaletica di Antonio Scarpelli, titolare della Med Labor

L’inchiesta era stata coordinata dal procuratore capo in persona, quel dritto di un Dario Granieri e da uno dei suoi pm più fedeli, quel marlonbrando di un Cozzolino… 

Oggi Scarpelli non solo è libero (probabilmente avrà patteggiato con Granieri e Cozzolino, con i quali gli amici di Occhiuto si sono sempre accordati) ma sul suo profilo Facebook, quando si avvicinava la Santa Festa, le luminarie di Natale, per le quali continuava a prendere soldi dal suo amico Mario Occhiuto anche con l’ausilio di false gare e con “piroette” di tutti i tipi, impazzavano… E la brutta faccia di questo signore è stata sempre ben visibile in tutte le cagate del cazzaro, che evidentemente non se l’è mai sentita di dirgli che gli crea problemi, vista l’entità delle tangenti che incassava. Non solo: adesso si atteggia anche a grande “manager” e impresario di spettacoli ed eventi musicali. Della serie: non c’è limite all’arroganza e alla prepotenza umana.