Cosenza, emergenza profughi: ma tu, questurino, da che parte stai?

Lo so che gli ordini vanno eseguiti, e non farlo comprometterebbe il vostro lavoro. Come so che in tanti di voi se potessero, il giorno dello sgombero, si schiererebbero senza alcuna esitazione con i poveri, gli ultimi e i bambini. Lo so che certe ingiustizie pesano, anche per voi, come macigni. E tanti onesti poliziotti, come tutta la città in questo momento, si chiedono: ma è possibile che nella città più corrotta d’Italia il ripristinino della legalità passi dallo sgombero di uno stabile abbandonato da decenni, e occupato da famiglie di profughi con bambini che non hanno mai dato fastidio a nessuno? Assurdo!

Lo so che in tanti di voi, che sanno come stanno realmente le cose in città, preferirebbero andare a casa dei corrotti, dei mafiosi, dei ladri di stato, ma per la procura di Cosenza il pericolo principale della città sono i bambini di via Savoia. E poco importa se alcuni di voi hanno indagato per anni sulla corruzione politica, sul malaffare, sulle ‘ndrine, senza mai avere la soddisfazione professionale di vedere “concluso” il proprio lavoro, nonostante le tante prove e i tanti riscontri forniti ai pm, ricavati con sacrificio e attaccamento al lavoro: decine e decine di relazioni investigative che attestano la dilagante corruzione in città, e la commistione politica/mafiosa, sistematicamente insabbiate o finite nel dimenticatoio. Una mortificazione per chi ha lavorato onestamente per la Legge e i cittadini, onorando la divisa. A cui va aggiunta la beffa di dover “ubbidire” all’ordine della procura -la stessa che ha insabbiato “tutto il vostro lavoro” per proteggere corrotti, massoni, e mafiosi – di impugnare il manganello e menare donne e bambini. Non so immaginare cosa più umiliante.

Eppure è così, a pagare per tutti saranno i bambini di via Savoia che hanno la sfortuna di essere stranieri e che non hanno nessun corrotto, mafioso, massone, venduto, che li difenda. Per questi bambini non c’è alternativa, la Legge è Legge e va rispettata, dicono Occhiuto e la Santelli. Immagino la sensazione di ribrezzo che hanno provato gli investigatori che hanno indagato per anni su di loro, scoprendo cose inenarrabili, e reati a dire basta, quando hanno sentito pronunciare queste parole ai due.

Occhiuto e la Santelli che parlano di legalità: l’unica cosa che mi sovviene è nu palummu (traduzione: mi viene da vomitare)! Certo che ci vuole una  faccia come il culo per dire alcune cose, proprio loro che con la Legge si sono sempre puliti il culo, appunto! È di qualche giorno fa, (non un secolo) l’ultimo abuso amministrativo di Occhiuto: 30.000 euro in barba a regole e Legge all’amichetto Maurizio Orrico per fare il creativo. Senza contare tutte le inchieste in corso sugli appalti spezzatino, le ditte amiche, il caso Cirò, i debiti passati al Comune, e le chiamate in correità di diversi pentiti di ‘ndrangheta sul voto di scambio. Tutto il suo cerchio magico è stato indagato per ogni tipo di ruberia, e ha il coraggio di parlare di legalità. Tutto questo perché c’è chi come Spagnuolo, e prima di lui altri, che gli ha sempre garantito l’impunità. E per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli intrallazzi seri, che si devono svolgere in tranquillità, se la prende con i poveri e i bambini. E questo in Questura lo sanno bene.

Lo so che in tanti di voi, se mai comandati per questo triste servizio, lo faranno con il cuore pesante. Perché da genitori capite cosa significa per un bambino perdere la casa.

Lo so che questa triste ed inumana vicenda vi vedrà contrapposti ai tanti (me compreso) che non si piegheranno a questa vergognosa ingiustizia, vostro malgrado, che è quello che vogliono i corrotti. Una guerra tra poveri. Gli stessi corrotti che giornalmente umiliano il vostro lavoro e vi utilizzano come pretoriani dei loro loschi affari. E questo non vi va giù. Ma così finirà, e lo sapete bene. Perciò mi piacerebbe per una volta sentire anche la vostra libera voce, perchè se ubbidire a un ordine è un dovere, esprimere il proprio parere è un diritto che appartiene anche a voi.

Michele Santagata