Cosenza, fallimento Amaco. La solita sceneggiata “privatizzata” manovrata da tutta la malapolitica unita

All’ Amaco di Cosenza, tanto per cambiare, va di scena il solito squallido teatrino e l’altrettanto consueto gioco delle parti dei colletti bianchi che si contendono i… resti dell’azienda municipalizzata della quale è stato sancito il fallimento. Ora si trattava di fittare il ramo d’azienda e tutti sapevano che l’obiettivo era rifilare tutto al Consorzio Autolinee ma c’era bisogno di un po’ di tarantelle per fissare il prezzo e non solo.

Tutta la malapolitica unita aveva rinviato i tempi soltanto perché si attendeva il risultato del referendum farlocco sulla città unica, ma il gioco era già fatto. Infatti, nei giorni a seguire il referendum, qualche testata giornalistica annunciava che si rendeva necessario avviare, prima della fusione,”l’unione dei comuni” a partire da un servizio pubblico di trasporto unico. Tradotto in soldoni, significava e significa, Consorzio Autolinee.

Ma vediamo come siamo arrivati al capolavoro. Dopo le voci abilmente fatte girare ad arte del trionfo del Consorzio Autolinee, unica a presentare offerta, con un ridicolo rilancio di… 1000 euro rispetto alla base d’asta, qualcosa deve essersi mosso nelle stanze dei bottoni.

COSENZA, L’ASTA-FARSA PER L’AMACO (https://www.iacchite.blog/cosenza-fallimento-amaco-il-consorzio-autolinee-si-prende-il-fitto-del-ramo-dazienda-a-due-lire-dracula-colpisce-ancora/)

A molti, per esempio, è venuta in mente la vicenda del Gruppo Novelli, quando i famigerati iGreco si aggiudicarono la “carcassa” al prezzo di… un euro. Del resto, il curatore fallimentare dell’Amaco, Fernando Caldiero, è uno degli uomini di fiducia della “famiglia” e ormai tutti – ma proprio tutti – lo chiamano “Dracula” per i suoi “servizi” ma evidentemente a tutto c’è un limite. E così Dracula-Caldiero, dopo la diffusione delle voci sull’acquisto-farsa del Consorzio, si è affrettato a scrivere una sibillina comunicazione.

La suddetta comunicazione parla di inammissibilità, “per gravi carenze“. Detta così, può voler dire, tutto e niente. In perfetto stile “Dracula”. Secondo “voci” molto accreditate questa sortita di Caldiero sarebbe stata legata alla garanzia dei livelli occupazionali ma non si sono mai capite le modalità…

Conoscendo bene gli attori di questa sceneggiata teatrale, ed in particolare modo il pretendente all’aggiudicazione del fitto (Carlomagno), tutto è legato al “Dio denaro”. Ovvero, siamo davanti ad una squallida “contrattazione” per vedere qual è il “prezzo giusto”. Per essere più chiari e per una migliore comprensione dei fatti: Carlomagno, da unico partecipante, non può presentare un’ offerta di rilancio di soli 1000 euro… sul modello de iGreco di Terravecchia. Anche Caldiero-Dracula, nonostante sia quello che è, si era guardato bene – solo per i caggi sia chiaro – di ratificare questa vergogna. Ma adesso i “pezzotti” della malapolitica stanno per trovare la quadra. In merito alla tutela dei livelli occupazionali, sopracitati, sono e saranno l’ultimo dei problemi per questi maiali all’ingrasso che compongono la schiera dei politici cosentini. La partita si gioca su altri tavoli. Come sempre, del resto.